To Rome With Love è un film che va visto nonostante la spocchia della critica che entra in sala con il giudizio già scritto.
Allen va visto, sempre, e possibilmente andrebbe visto senza preconcetti, senza luoghi comuni, prendendo ogni suo film come una nuova occasione del suo viaggio attraverso l’umanità.
Non tutti sono riusciti perfettamente e colpa è da dare anche all’eccessiva produzione.
Nuova tappa del tour europeo, To Rome With Love è un film complesso, articolato, ricco. Un film che omaggia la città eterna, omaggia il Cinema italiano e le sue maestranze ed è uno dei film più affascinanti, a mio avviso, di Woody Allen.
Quattro episodi, quattro piccole storie che si intrecciano in una Roma da cartolina ma meravigliosa, calda in una fotografia affascinante, quattro storie che parlano italiano più di quanto i film precendenti parlassero spagnolo e francese.
Con uno stile onirico, spesso surreale, giocando su nonsense ed eccessi, Allen ci regala uno dei suoi film più visionari e ricchi, quasi felliniano in alcuni momenti; forse anche troppo ricco.
Altro punto debole è forse una ridondanza eccessiva nella narrazione, come nell’episodio di Benigni, un po’ troppo lungo rispetto alla storia.
Con un cast importante persino nelle comparse, ci racconta un film sulla coppia, sulla psicologia dell’uomo, ci regala nuove riflessioni sulla vita e sulla morte (che bello rivedere Woody attore e un applauso a Leo Gullotta, nuovo doppiatore eccezionale), sul potere, sul successo, sull’apparire e sul mondo dello spettacolo.
To Rome With Love è essenzialmente un racconto sulla fragilità dell’uomo davanti al successo e al potere.
Ed è sulla critica che voglio terminare anche io.
To Rome With Love è un bel film, ben realizzato, con una buona dose di onirismo, un film che va visto nonostante la spocchia, solita e prevenuta, della critica che entra in sala con il giudizio già scritto.