Come tutti saprete, il 6 novembre – ovvero l’Election Day – i cittadini statunitensi andranno alle urne per esprimere la loro preferenza sul candidato Presidente ed eleggere i cosiddetti “grandi elettori” che voteranno il prossimo inquilino della Casa Bianca. Saprete anche che la battaglia, tra Obama e Romney, è dura e non senza colpi bassi, che ci sono già stati due dibattiti televisivi (il 3 e il 16 ottobre) e un terzo si terrà il 22 ottobre.
Ciò che, forse, non sapete – perché non se ne sente parlare molto sui media ufficiali, almeno quelli italiani – è che il 6 novembre, oltre che per il Presidente, i Senatori e la Camera dei Rappresentanti, ben quattro Stati della federazione voteranno anche dei referendum sul “matrimonio gay”.
Non solo Election Day
Gli Stati sono Maine, Maryland, Minnesota e Washington. I quesiti referendari hanno diverse funzioni nei quattro Stati:
- in Maryland e Washington sono referendum di natura confermativa, ovvero le leggi che consentono le unioni tra coppie dello stesso sesso sono già state approvate, il voto serve per confermarle;
- in Maine e Minnesota sono di tipo consultivo, quindi viene chiesto ai cittadini se pensano che il loro Stato dovrebbe consentire ai cittadini omosessuali di sposarsi.
Per le campagne a favore si stanno spendendo in molti – il sindaco di New York, Michael Bloomberg, ha donato addirittura 250.000 dollari alla campagna del Maryland – ed esiste un sito, The Four 2012, che le raccoglie tutte.
Raccoglie materiale informativo e i dati dei vari sondaggi. Raccoglie le adesioni, le promesse, le donazioni e moltissimi video. Video di celebrità e politici che si sono espressi a favore del matrimonio per tutti. Ma anche della gente “qualunque”, di tutti e quattro gli Stati.
Anche se, su questo genere di spot, Autostraddle ha avuto molto da ridire, chiedendosi – giustamente, credo – perché in questi video si vedano solo coppie etero.