Alessia Bottone ha 26 anni, una laurea triennale e una laurea specialistica in Scienze Politiche; conosce quattro lingue, ha alle spalle uno stage a Ginevra presso le Nazioni Unite e una consulenza al Parlamento Europeo; ha vissuto in Spagna, Francia, Irlanda, Belgio, Svizzera e Costa Rica. Alessia Bottone è la ragazza italiana che dà voce a tutti i giovani che non si arrendono di fronte alla disoccupazione e così è diventata un piccolo caso mediatico.
A giugno, Alessia è balzata agli onori della cronaca per aver scritto una lettera di sfogo al quotidiano della sua città (Verona) L’Arena, e a inizio luglio per la lettera indirizzata alla ministra Fornero, pubblicata su Affari Italiani. Le lettere hanno fatto il giro del web sollevando un polverone. Alessia non si è fermata a questo e ha dato vita al blog Da Nord a Sud – Sogni a tempo (in)determinato, diventato un punto di riferimento per i tanti a cui viene negato un dignitoso ingresso nel mondo del lavoro e per chi, invece, perde il proprio posto di lavoro dopo anni di fatica e sacrifici.
Da Nord a Sud – Sogni a tempo (in)determinato è questo: il punto di raccordo di chi, da un angolo all’altro dell’Italia, si trova accomunato dal virus della disoccupazione.
Parlo al telefono con Alessia e, visto il suo brillante curriculum e l’offerta di soli contratti sottoqualificati e malpagati, viene spontaneo domandarle cosa la trattiene nella Penisola.
“Se ti senti di partire, se puoi farlo economicamente e hai il coraggio, io capisco i ragazzi che lo fanno. Ma altrimenti bisogna restare e contribuire al cambiamento, attivarsi in prima persona affinché questo cambiamento possa avvenire. Insieme ad altri ragazzi, stiamo per lanciare l’iniziativa ‘Se la politica non fa un piano per noi, siamo noi a fare un piano per la politica’, progetto che verrà presentato alle istituzioni”.
Tanti ragazzi, già a vent’anni, hanno smesso di credere ai sogni, alcuni hanno persino smesso di credere alla possibilità di un lavoro e non inviano più curriculum. Nonostante tutto, tu ci credi ancora?
“Il mio sogno era lavorare alle Nazioni Unite, nell’ambito dei diritti umani. Non ho smesso di credere al mio sogno, ma credo che i sogni a volte prendano altre direzioni. Dopotutto, diritti umani è anche quello che sto già facendo adesso con il mio blog”.
Tra i tanti messaggi che ricevi quotidianamente, qual è quello che ti ha maggiormente colpito?
“La storia che ho pubblicato dieci minuti fa. Venerdì notte, sul treno Verona-Roma, ho incontrato un signore distinto che mi ha raccontato la sua storia: a 53 anni è in cassa integrazione, a dicembre scadrà il sussidio e non riesce a trovare un lavoro. Il mattino dopo, sul tavolino accanto alla cuccetta, ho trovato il libro che stava leggendo. Sulla prima pagina ha scritto: ‘Grazie per questa somministrazione di ottimismo. In bocca al lupo per domani e grazie per quello che stai facendo’. Vedi, questa crisi non si risolverà con frasi fatte o pacche sulle spalle – virtuali o no – ma sta unendo quello che per troppo tempo è stato diviso: gli italiani”.
La battaglia di Alessia Bottone
Parlo al telefono con Alessia, la sua voce è determinata e sorridente, è una di quelle ragazze che sembra dirti “So come ti senti. È come essere dietro un vetro, non puoi toccare niente di quello che vedi e per cui hai lavorato, ma non mollare: insieme ce la possiamo fare”.
Si chiama Alessia Bottone, ha 26 anni ed è uno dei tanti giovani talenti nati in Italia che ci auguriamo possano trasformare l’Italia nel paese che vogliamo.
LDM