“Chi si ammala non è un drogato, un frocio o una puttana, chi si ammala di AIDS è, nella maggior parte dei casi, una persona che sente sulla propria pelle la superficialità e la freddezza di ciò che lo circonda.”
Nella Giornata Mondiale contro l’AIDS mi piace iniziare così, con una frase di Alberto Delli Ficorelli, che nel marzo del ’92 (Rockstar nr. 138) parlava della morte prematura di Freddie Mercury, causata proprio dal virus dell’HIV.
Perché è importante celebrare la Giornata Mondiale contro l’AIDS?
La Giornata Mondiale contro l’AIDS (World AIDS Day, in inglese) è stata celebrata per la prima volta nel 1988 per volere dell’UNAIDS, il Programma delle Nazioni Unite per l’AIDS/HIV. A quel tempo, la malattia era una vera piaga mondiale, nessuna cura era ancora stata trovata e parlare di “vaccino contro l’AIDS” era pura fantascienza – o fantamedicina. Prendere l’HIV era una condanna a morte e, come se non bastasse, si subiva la condanna morale della società, poiché – come dice la citazione – l’AIDS era la malattia degli eroinomani, dei gay e delle prostitute.
Molto è stato fatto da allora: in ambito medico, le cure antiretrovirali consentono oggi, a milioni di persone, di convivere quasi serenamente con la sieropositività; in quello sociale, molti pregiudizi sono stati abbattuti, anche se non ovunque – in alcuni Paesi africani, ad esempio, gran parte delle persone è ancora convinta che con le leggi anti gay si possa ridurre il contagio. E l’Africa resta così il continente con il maggior numero di persone infette (circa 23,5 milioni).
Quindi, rimane ancora tanto da fare e l’unico modo che davvero funziona, per ridurre il contagio, è una campagna per la prevenzione intensiva e un’informazione completa sulla malattia e le sue cause. Come abbiamo sottolineato nella nostra infografica, oltre l’80% dei contagi, in Italia, avviene a causa di rapporti sessuali non protetti, per questo sono moltissime le campagne di sensibilizzazione sull’uso del preservativo.