L’11 febbraio 2013, l’UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) ha lanciato una petizione online, rivolta a Deputati e Senatori, per chiedere l’abolizione del Concordato: l’accordo bilaterale tra uno Stato e la Chiesa Cattolica che disciplina l’attività ecclesiastica all’interno dello Stato stesso.
In Italia il Concordato venne stipulato nel 1929, nell’ambito dei cosiddetti Patti Lateranensi – sottoscritti da Benito Mussolini con la Santa Sede – ancora oggi citati nell’articolo 7 della Costituzione, pur essendo stato siglato nel 1984 da Bettino Craxi il cosiddetto “nuovo concordato”.
«È una presenza che è motivo di imbarazzo» – si legge nel testo della petizione – «perché rappresenta un retaggio del regime fascista. Perché il panorama religioso è assai cambiato, dal 1929: l’Italia è ora un paese assai più variegato, dal punto di vista della fede, ed esiste ormai una forte presenza di cittadini atei e agnostici. Ma, soprattutto, perché costituisce la base di privilegi ormai inaccettabili.»
L’articolo 3 della nostra Costituzione riconosce che «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di religione». Ma la stessa Costituzione cita poi soltanto una confessione religiosa, quella cattolica. Come direbbe Orwell: qualcuno è più uguale degli altri?
Il Concordato riconosce alla Chiesa ampi ed esclusivi privilegi: dall’insegnamento della propria dottrina nelle scuole della Repubblica (con docenti scelti dai vescovi ma pagati da tutti i contribuenti) al regime speciale per il matrimonio religioso, dalle esenzioni fiscali e doganali agli obblighi, in capo al nostro Stato, di garantire la sicurezza tra le mura del Vaticano.
L’elenco potrebbe continuare ancora a lungo.In totale, i costi pubblici della Chiesa superano i sei miliardi. Da solo, il costo diretto e indiretto del Concordato grava sui contribuenti italiani per circa tre miliardi di euro ogni anno, oltre un miliardo a causa del solo Otto per Mille. Una spesa ingiustificata, a maggior ragione in tempi di gravissima crisi economica. È ormai tempo di intervenire e di superare una situazione di palese violazione di principi fondamentali della nostra Repubblica, quali la libertà, la giustizia, l’eguaglianza, la laicità.
Per tutte queste ragioni, i firmatari della petizione chiedono a Deputati e Senatori di: «denunciare unilateralmente il Concordato, sostituire gli articoli 7 e 8 della Costituzione con l’affermazione esplicita del principio di laicità dello Stato e di approvare una legge generale sulla libertà di coscienza che superi la normativa fascista sui “culti ammessi” e che riconosca a credenti e non credenti uguali diritti e doveri».
Chi è favorevole a queste richieste può sottoscrivere la petizione su change.org.
Ad oggi sono state raccolte oltre 5.000 firme.