“Vogliamo poter acquistare il biglietto sul bus”, la petizione di iRS per richiedere la vendita dei tagliandi a bordo dell’autobus.
Nell’ottica del perseguimento di una mobilità urbana più sostenibile, uno dei primi passi è certamente quello di migliorare gli standard di efficienza del trasporto pubblico, a partire dal miglioramento dell’accessibilità al servizio. (iRS Sassari)
Ne abbiamo parlato con Simone Maulu, portavoce di iRS.
Quarant’anni di trasporto pubblico. Cosa pensi del servizio offerto e quali sono, secondo te, le maggiori criticità?
Penso a 20 anni fa, quando si poteva acquistare il biglietto sul bus. L’ATP da poco ha rinnovato il suo parco mezzi, acquistando dei nuovi autobus, e di questo siamo contenti; il paradosso è che abbiamo i bus nuovissimi ma allo stesso tempo abbiamo un sistema di accesso al mezzo vecchissimo. Come tutti i cittadini hanno potuto constatare, l’accesso al bus a Sassari è consentito solo se si è già in possesso del biglietto. Questo può non essere un problema per chi usufruisce del mezzo pubblico abitualmente, e quindi provvede all’acquisto dell’abbonamento, ma rappresenta un ostacolo insormontabile per chi decide di prendere il tram anche all’ultimo momento e cioè la maggioranza degli utenti.
Nelle fermate dei bus non ci sono gli orari e solo in alcune sono presenti i percorsi, peraltro scritti con un carattere molto piccolo. Queste sono informazioni elementari per una persona che deve utilizzare il servizio pubblico.
In tutte le città d’Europa, compresa Cagliari, nelle fermate ci sono i pannelli elettronici – collegati al bus con un gps – che informano gli utenti in tempo reale degli orari di passaggio in quella esatta fermata. Dobbiamo investire sulla tecnologia. La nostra non è un’iniziativa contro l’ATP, ma anzi vogliamo far emergere la voce degli utenti che, essendo i principali fruitori del servizio, ne conoscono sia i pregi che i difetti. C’è troppo divario tra gli utenti e l’azienda, secondo noi è necessario un contatto continuo tra i cittadini e i delegati alla gestione del trasporto pubblico.
Per quale motivo, pur essendo l’ATP una società consortile tra Provincia e Comune, la questione dei biglietti sull’autobus non è mai stata affrontata a livello “politico”? Cosa rende necessaria una petizione popolare, per la realizzazione di un progetto che dovrebbe essere tra gli obiettivi di un’Amministrazione che si prefigge di rendere più sostenibile la mobilità della nostra città?
iRS è un movimento politico. A livello politico la stiamo affrontando noi che stiamo cercando di catalizzare un sentire comune per dare forza alla voce dei cittadini, in modo che la questione venga affrontata a livello istituzionale.
Da poco si è svolto un Consiglio provinciale sui collegamenti dell’area vasta con l’audizione del presidente dell’ATP. In quell’occasione, il Consigliere Gavino Sale [Presidente di iRS, ndr] ha posto all’attenzione il problema dell’accesso al trasporto pubblico. Ma la provincia ha una quota minima nell’ATP.
A Sassari non c’è un piano di mobilità. Il Comune di Sassari ha istituito la ZTL, alla quale come principio siamo d’accordo, ma ovviamente per far sì che funzioni si devono creare le condizioni e una di queste è il mezzo pubblico accessibile nel modo più semplice possibile.
L’ATP non pone i cittadini nelle condizioni di acquistare il biglietto e allo stesso tempo sanziona chi non ce l’ha. Fuori dalla logica del buon senso. Non credo che tra le attività dell’ATP vi sia quella di sanzionare i propri clienti senza dare loro la possibilità di pagare il biglietto, che sarebbe anche e innanzitutto nell’interesse di tutti, in quanto l’ininterrotta disponibilità di biglietti porterebbe all’aumento della consapevolezza sociale che il servizio di trasporto pubblico va e può essere pagato. Cosa ben diversa dalla politica della repressione adottata fino ad ora.
Secondo l’azienda, si legge su La Nuova Sardegna del 14 gennaio 2012, comprare il biglietto è «facile tenuto conto che la rete di distribuzione […] consta di ben 154 rivenditori». È davvero così semplice? Penso anche ai turisti che possono trovarsi a Sassari di domenica, ad esempio.
La legge parla chiaro. Guardiamo l’articolo 2597 del Codice Civile (approvato con R.D. 16.03.1942, n. 262): Obbligo di contrattare nel caso di monopolio. “Chi esercita un’impresa in condizione di monopolio ha l’obbligo di contrattare con chiunque richieda le prestazioni che formano oggetto dell’impresa, osservando la parità di trattamento”.
Allo stato attuale, l’ATP – non mettendo gli utenti in condizioni di acquistare un titolo di trasporto in determinati lassi temporali – preclude la possibilità di fruire del servizio in maniera occasionale.
Molte volte capita che un rivenditore esaurisce i biglietti, non ha il tempo di andare a prenderli, e rimane senza anche per una settimana. Spesso per acquistare un tagliando si devono percorrere centinaia di metri a piedi col serio rischio di vedersi passare il bus davanti, come succede a molte persone. La domenica la maggior parte dei rivenditori è chiusa. Molti utenti abitano in zone della città dove non ci sono rivenditori. Come fanno ad acquistare il biglietto? Non possono premeditare il martedì che il venerdì dovranno prendere il bus.
Il successo di un’azienda che gestisce il servizio di trasporto si ottiene quando la maggior parte dei cittadini, o comunque un numero sempre maggiore di persone, utilizza il mezzo pubblico ed è dovere dell’azienda mettere gli utenti nelle condizioni di poterlo fare.
I turisti spesso si trovano spaesati, non sanno che bus devono prendere per arrivare a destinazione e spesso son costretti a chiedere ai passanti. È un’assurdità. Pensiamo a tutti gli studenti Erasmus che arrivano nella nostra città e per spostarsi devono utilizzare il mezzo pubblico, diventa veramente difficile. Iniziamo a pensare Sassari come città Europea, le indicazioni dovrebbero essere almeno in tre lingue per dare la possibilità a tutti di orientarsi facilmente.
Qualche mese fa, proprio tu hai fatto ricorso in seguito a una multa presa di domenica perché sprovvisto (volutamente, se non ricordo male) di biglietto. Com’è andata a finire?
Quello era un “atto politico” che è servito per dimostrare quello che abbiamo spiegato adesso ed è diventato un caso simbolo. Quell’episodio risale a un anno fa e proprio in quell’occasione il presidente dell’ATP [Leonardo Marras, ndr] ha dichiarato, su La Nuova Sardegna del 5 Gennaio 2012: «È in atto una trattativa sindacale per attivare il servizio di vendita del biglietto a bordo dell’autobus […], ci stiamo organizzando ed entro due, tre mesi saremo pronti a sperimentare il sistema. Così come quello del pagamento attraverso sistemi elettronici». È sotto gli occhi di tutti che a distanza di più di un anno questo non è avvenuto.
Ancora quella faccenda non è risolta, l’ATP sostiene che la multa va pagata, noi portiamo avanti le nostre istanze. Non per i 25 euro della multa, ci mancherebbe altro, ma per una questione di principio. Le nostre istanze sono legittime perché sono fatte nell’ottica di migliorare il servizio.
Quante firme avete raccolto finora e come è stata accolta questa iniziativa dalla cittadinanza?
Abbiamo raccolto qualche migliaio di firme. Il brutto tempo di queste ultime settimane ci ha un po’ rallentato, però molti commercianti del centro ci hanno richiesto i moduli e stanno prendendo le firme nei loro negozi. Ciò che più ci incoraggia è il fatto che le persone vengono a firmare di loro volontà e questo ci dà ancora più motivazione per portare avanti l’iniziativa.
In concreto, quali soluzioni proponete?
Cosa farete una volta raggiunto un numero soddisfacente di firme?
Porteremo le istanze dei cittadini al Consiglio di amministrazione dell’ATP e al Comune di Sassari. Pensiamo che all’interno di questi luoghi ci siano persone sensibili che ascoltino le ragioni di tutti.
La cosa importante è che le persone stanno partecipando anche con proposte e suggerimenti. I cittadini devono riprendere centralità nelle politiche urbane. È fondamentale attivare luoghi di incontro e partecipazione alla vita pubblica e alle questioni che riguardano la città.
Occorre l’impegno di ciascuno. Non possiamo delegare in eterno e aspettare che “altri” facciano qualcosa. Ribaltiamo questo concetto della delega.
L’ATP è un’azienda pubblica, appartiene a tutti, perciò occorre suscitare un interesse, allargare il dibattito a più persone, per avere maggiori proposte e idee. Dobbiamo abbattere il muro esistente tra le istituzioni e i cittadini. Iniziamo a prenderci piccole responsabilità, noi di iRS Sassari lo stiamo già facendo con passione ed entusiasmo e insieme a tutti i cittadini.
Per firmare la petizione:
Foto: Simone Maulu, per gentile concessione – via Facebook