Un recente studio condotto dal dipartimento di microbiologia dell’Università del Texas A&M ha portato alla luce un fatto inquietante: nelle acque delle vasche idromassaggio, che spesso sono presenti ai lati o nelle vicinanze delle piscine, in palestre o centri benessere, è estremamente frequente la presenza di un’elevata concentrazione di microrganismi, alcuni dei quali potenzialmente molto pericolosi per la salute dell’uomo. I dati emersi dallo studio indicano che, nel 95% dei casi considerati, nelle acque di queste vasche erano presenti batteri fecali e nell’81% funghi, mentre il pericolosissimo stafilococco è presente “solo” nel 34% dei casi.
Purtroppo, quello delle vasche idromassaggio non è un caso isolato; se da una parte è vero che queste presentano delle caratteristiche particolari, quali dimensioni ridotte e numero molto elevato di fruitori, dall’altro va detto che in qualunque ambiente in cui sono presenti delle acque ferme (cioè prive di un meccanismo naturale di ricambio), è possibile lo svilupparsi di vere e proprie colonie di microrganismi.
La presenza di questi ospiti indesiderati espone chi si bagna in queste acque al pericolo di infezioni più o meno gravi: dalle dermatiti, alle insidiose gastroenteriti.
In particolare, questo problema riguarda da vicino tutte le piscine frequentate da un pubblico numeroso: è proprio il gran numero di individui che entra nelle acque a rendere più probabile la loro contaminazione. In assenza delle dovute precauzioni e degli adeguati processi di disinfezione, la crescita e riproduzione di batteri, funghi e virus avviene molto rapidamente andando a costituire un serio pericolo per la salute.
Le persone che si dedicano alla pratica del nuoto, dell’acquagym o delle altre discipline che si svolgono in acqua, molto spesso lo fanno per prendersi cura del proprio corpo e coltivare il proprio benessere. Inoltre, tra i più assidui frequentatori delle piscine troviamo bambini e anziani, due categorie particolarmente a rischio per quanto riguarda la contrazione di malattie infettive.
Tenendo conto di questi fatti, capiamo quanto sia importante avere la certezza di accedere sempre ad acque pulite e sicure; una nuotata deve essere un’occasione per fare sport divertendosi, non certo un modo per contrarre malattie.
Piscine: come ridurre il rischio di infezione
Come garantire una perfetta igiene delle acque e a quali strumenti o accorgimenti non bisognerebbe mai rinunciare?
Un primo fondamentale passaggio è quello della pulizia periodica delle pareti e del fondo della vasca: provvedere solo al mantenimento della qualità delle acque, senza curarsi delle superfici della struttura, è un errore banale ma purtroppo comune. Una pulizia accurata richiede di operare a piscina vuota e può essere molto dispendiosa, sia a livello di tempo che di energie.
Fortunatamente, oggi esistono degli strumenti molto particolari ed efficaci che permettono di ovviare a questo problema: i pulitori automatici per piscine. Tra questi possiamo citare i pulitori Dolphin: si tratta in sostanza di piccoli robot in grado di spostarsi autonomamente lungo le superfici della piscina, anche quando questa è riempita d’acqua, rimuovendo e aspirando sporco di ogni tipo inclusi batteri e microrganismi vari.
Come già accennato, anche la cura della qualità delle acque in sé ha una grande importanza. Per ovvie motivazioni economiche ed ecologiche, l’acqua necessaria per riempire una piscina non può essere cambiata troppo di frequente. Per garantire il mantenimento del corretto livello di pulizia e purezza delle acque si ricorre a due tipologie di trattamento che insieme si dimostrano molto efficaci.
I primi sono i trattamenti fisici: ogni piscina deve essere dotata di una pompa per il ricircolo dell’acqua che ne garantisca il continuo movimento impedendo un ristagno eccessivo. Ma non solo, l’acqua che viene aspirata dalla piscina subisce un trattamento di filtraggio prima di essere reimmessa. Attraverso l’impiego di particolari filtri, solitamente a sabbia quarzifera, cartucce in fibre sintetiche o farina fossile (ovvero polvere prodotta dalle alghe diatomee sbriciolate), tutti i corpuscoli, le particelle solide e le impurità presenti in sospensione nell’acqua vengono trattenuti e separati da essa.
L’altra tipologia di trattamento è quello chimico: nelle piscine l’acqua viene addizionata con particolari prodotti il cui scopo è proprio quello di procedere ad una disinfezione, ovvero alla distruzione di batteri, virus e ogni tipo di microrganismo presente. Le sostante tipicamente impiegate sono i sali in grado di rilasciare cloro in soluzione e gli alghicidi di varia natura.