Si celebra in questi giorni il quindicesimo anniversario della risoluzione 1325 sui diritti delle donne, adottata dalle Nazione Unite il 31 ottobre del 2000. In occasione di questo importante anniversario, il Segretario Generale Ban Ki-moon ha rinnovato il suo interesse verso una maggiore inclusione delle donne nel processo di costruzione della pace e, allo stesso tempo, il Consiglio ha adottato un nuovo testo in cui stabilisce l’integrazione delle questioni legate alle donne, alla pace e alla sicurezza in tutte le situazioni specifiche per ogni paese, stabilite nella sua agenda.
Nonostante i grandi passi in avanti compiuti negli ultimi 15 anni, il Consiglio delle Nazioni Unite riconosce la necessità di una maggiore integrazione delle donne e delle questioni di genere in tutti i punti della sua agenda.
Inoltre Ban Ki-moon ha tenuto anche a sottolineare il fatto che la risoluzione 1325 debba assolutamente essere allineata agli obiettivi di sviluppo del millennio, e che un’attenzione particolare vada posta verso le donne che sono più vulnerabili.
A questo proposito, Actionaid ha sviluppato un piccolo dossier intitolato “La città proibita – le donne e lo spazio urbano” in cui vengono appunto illustrate delle storie emblematiche di alcune donne del Sud del Mondo. Queste storie vogliono mostrare come alcune azioni di vita quotidiana, per noi del tutto normali, come andare a scuola, al lavoro, prendere un autobus, camminare per le vie della città, non siano affatto scontate. Molto spesso è proprio il contesto culturale degradato in cui queste donne crescono che le porta a sottomettersi e a evitare tutti quei comportamenti che potrebbero rivelarsi pericolosi, come denunciare una violenza, uscire di sera o vestirsi in un certo modo.
Per questo con il sostegno all’adozione a distanza, si vuole dare il proprio contributo per spezzare questa catena di povertà e pregiudizi e permettere a tutte le bambine in difficoltà di diventare delle donne adulte, indipendenti e rispettate.