Dal 23 gennaio 2016 il sito interculturale LGBT “Il grande colibrì” pubblicherà, in collaborazione con OutRight Action International, la graphic novel Yousef e Farhad realizzata da Amir Soltani e Khalid Bendib. La storia racconta, con toni tra il realistico e l’onirico, il travagliato amore di due giovani omosessuali nell’Iran degli ayatollah, descrivendo i problemi sociali e familiari dei protagonisti.
Yousef e Farhad dovranno affrontare i pregiudizi della società e il rifiuto delle loro stesse famiglie, in un paese dove i rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso sono illegali e sono duramente puniti dallo Stato: gli omosessuali possono essere condannati al carcere, a pene corporali o alla pena capitale.
La graphic novel, realizzata per OutRight (ONG accreditata alle Nazioni Unite), ha ricevuto gli elogi di Shirin Ebadi, avvocatessa e pacifista iraniana premiata con il premio Nobel per la Pace nel 2003, perché “ritrae il dolore di chi, tra noi, vede la propria esistenza rifiutata dai propri concittadini”.
“Per un cambiamento positivo – ha aggiunto Ebadi – l’Iran dovrebbe aumentare la propria consapevolezza e costruire una cultura della diversità. Dobbiamo insegnare a noi stessi che gli altri possono essere diversi e che hanno il diritto di esserlo”.
Secondo Ahmed Shaheen, relatore ONU sui diritti umani in Iran, la graphic novel “è tanto bella quanto tragica: la storia offre uno sguardo intimo e affascinante sulla complessità di una società come quella iraniana, anche se le sfide affrontate dai protagonisti sono fin troppo universali e la loro vicenda è fin troppo comune”. “Vi invito – ha aggiunto – a considerare questa storia triste, ma toccante e salvifica, come un promemoria commovente del tanto lavoro che dobbiamo ancora fare” per i diritti umani.
Amir Soltani e Khalid Bendib sono gli autori di Zahra’s Paradise – I figli perduti dell’Iran, graphic novel del 2011 divenuta inaspettatamente un best seller: pluripremiata e tradotta in 16 lingue, pubblicata in Italia da Rizzoli Lizard, è stata considerata da molti una svolta nel campo della comunicazione per i diritti umani.