Un disegno di legge per fermare l’“aborto terapeutico” in presenza di “un rischio sostanziale che il bambino nasca affetto da gravi anomalie fisiche o psichiche”. A volerlo è Lord Shinkwin, affetto da una grave disabilità fisica e da anni in prima linea per la tutela dei portatori di handicap in Gran Bretagna, che ha recentemente tenuto alla Camera dei Lord (House of Lords) un discorso durante il quale ha puntato il dito contro una normativa da lui definita “discriminatoria”.
Nel Regno Unito, infatti, secondo una legge del 1967 che porta il nome di Lord David Steel (Abortion Act), l’aborto è legale soltanto fino a ventiquattro settimane di vita, a meno che al nascituro non venga diagnosticata una forma di disabilità; in quel caso è possibile interrompere la gravidanza anche al nono mese.
Argomento delicato che genera dubbi e perplessità nell’opinione pubblica britannica, e che verrà ulteriormente dibattuto in autunno, quando la Camera dei Lord discuterà il disegno di legge presentato da Lord Shinkwin, per abrogare gli articoli della norma che consentono l’“aborto terapeutico”. Obiettivo assolutamente non facile da raggiungere, soprattutto in virtù del minor peso politico e del potere ridotto che la Camera dei Lord ha nel modificare o abrogare proposte già approvate dalla Camera dei Comuni (House of Commons).
Nel suo discorso, Lord Shinkwin ha inoltre affermato che bisogna incitare i disabili ad eccellere, senza avere pietismo e paternalismo: “Si può essere ragazzi e ragazze pieni di talento anche in presenza di una qualche forma di disabilità”.