Anche se è passato ormai un anno è davvero difficile dimenticare. E non solo per i tifosi, ma pure per chi ama in maniera incondizionata questo sport e la sua imprevedibilità. Perché lo scudetto, o meglio, il triplete della Dinamo Sassari è un pezzo di storia del basket che resterà nell’album dei ricordi di un’intera isola troppe volte martoriata. Ma esso è allo stesso tempo il simbolo di cosa sia la pallacanestro. Si può parlare, senza alcun dubbio, di specchio della vita. L’impossibile che, attraverso il lavoro, l’organizzazione, la serietà, la fame, il carattere, gli attributi, il cuore, il coraggio e la determinazione diventa realtà. È questa la lezione che Meo Sacchetti e i suoi ragazzi ci hanno dato. Sarebbe una pura follia non tenerlo sempre a mente e non farne una sorta di modello e di esempio.
Abbiamo parlato di imprevedibilità. Non è forse questa la principale caratteristica della tanto amata palla a spicchi? Basta vedere cosa accade in NBA, dove i pronostici vengono continuamente ribaltati e smentiti. A volte, gli scommettitori non sanno davvero che pesci prendere. La vittoria dei Cleveland Cavaliers è stata un po’ una sorpresa, soprattutto perché gli avversari, i Golden State, erano avanti 3-1. Non era mai capitato nella storia della National Basket Association che un team perdesse il titolo con un tale vantaggio. Eppure è accaduto. Perché certi tabù sono fatti per essere abbattuti. Anche se, va detto, quando hai una squadra con un mostro come Le Bron James è davvero tutto più semplice. Il basket è uno sport di squadra, ma ci sono momenti e situazioni in cui un singolo può fare la differenza e farti vincere. Basta un tiro da tre. Basta una schiacciata. Basta una giocata. Basta un attimo. Basta, in fondo, quella capacità di essere imprevedibile. È un modo per entrare di diritto nella storia. E non uscirne praticamente più.
Olimpiadi di Atene 2004. L’Italia conquista un argento a dir poco storico. Anche se rimane un po’ di amaro in bocca per aver perso la finale con l’Argentina. È comunque una medaglia meritata, sudata e conquistata con abnegazione, impegno e sacrificio. Ma è qualcos’altro stavolta a poter esser definito imprevedibile. Stiamo parlando del fatto che quella è stata l’ultima edizione dei giochi a cinque cerchi a cui la Nazionale azzurra ha partecipato. E sì, perché a Pechino e a Londra siamo stati spettatori. E rischiamo di esserlo anche alle imminenti Olimpiadi di Rio de Janeiro. Abbiamo però un’ultima speranza, ossia il preolomipico. La Nazionale allenata da Ettore Messina è, senza alcun dubbio, la favorita e la più forte. Ma, come ha detto il noto telecronista Sky Flavio Tranquillo in un’intervista esclusiva rilasciata a Sports Bwin, “Essere i più forti è importante, ma garantisce molto meno di quello che uno potrebbe immaginarsi”. Ed è proprio così, anche perché saranno delle partite secche, dove tutto può accadere. Conterà molto anche la testa. Insomma, ancora una volta, ci sarà quel tocco di imprevedibilità. Sperando che stavolta sia colorato di azzurro. Un’altra assenza sarebbe davvero troppo pesante.