Con l’Italia al Nord e l’Africa verso l’Occidente, la posizione strategica di Malta nel Mediterraneo ha contribuito al ruolo speciale che l’isola ha avuto nella storia. Molti la considerano solamente un posto ideale per il mare e per le vacanze ma la cultura che trasuda da ogni vicolo di Malta ha radici molto variegate che partono dal Neolitico fino ad arrivare ai giorni nostri.
Un mix di culture si è infatti radicato nell’arcipelago che nel corso dei secoli, a causa della sua posizione strategica militare, è stato oggetto di una serie di occupazioni che hanno lasciato in un modo o nell’altro segni molto tangibili. Templi, fortezze, opere d’arte e cattedrali convivono da sempre regalando al visitatore una sorta di viaggio nel tempo estemporaneo che probabilmente non ha eguali, il tutto in 315.6 Km di terra.
Già dal Neolitico Malta era il crocevia tra l’Africa e l’Europa e i segni del passaggio dell’uomo sono rappresentati dai grandi templi megalitici che risalgono circa al 4000 a.C. La prova che si sia sviluppata una civiltà primitiva nell’isola di Malta è stata fornita dai numerosi ritrovamenti di reperti archeologici e di ossa proprio intorno a questi siti, ma stabilire la datazione esatta è molto difficile. La cosa certa è che queste strutture sono tra gli edifici più antichi di tutta l’Europa ed in particolare l’Hypogeum di Hal Saflieni, una necropoli sotterranea scoperta nel 1902 e dichiarata nel 1980 Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, è l’unico tempio preistorico sotterraneo al mondo.
La caratteristica principale di questi Templi è che sono statti tutti costruiti con la pietra calcarea tipica di Malta che li ha resi molto solidi e duraturi nel tempo.
Dopo il Neolitico la storia di Malta prosegue. Non c’è alcun dubbio che intorno al 736 a.C l’isola è stata occupata dai greci che le hanno anche dato il nome di Melita (da “Melite”, miele in greco antico) poi evolutosi in Malta, mentre resta ancora incerta la presenza di un’antica colonia greca intorno all’ 800 a.C.
La leggenda sulla Grotta di Calypso di Gozo alimenta queste incertezze.
Si narra, infatti, che questa bellissima grotta situata in prossimità della rinomata Baia di Ramla fosse esattamente quella descritta da Omero nell’Odissea, dove la ninfa Calypso tenne prigioniero Ulisse per ben 7 anni. Si crede anche che Gozo fosse l’isola di Ogigia e che lo spirito della ninfa aleggia ancora all’interno della cava emettendo strani lamenti. Se Gozo era un luogo conosciuto ai tempi di Omero, che ne ha potuto descrivere dettagliatamente le bellezze, questo potrebbe rafforzare l’idea che Malta era già abitata dai greci in quel periodo.
Dopo la colonizzazione greca Malta è stata ben presto raggiunta dai Romani che, come nel caso di chi li ha preceduti, hanno raggiunto l’isola partendo dalla Sicilia. La loro presenza è tangibile lungo la famosa Heritage Trail di Xemxija, un’antica strada romana utilizzata per il trasporto del sale e dei prodotti della terra che comprende anche tombe puniche, un Bagno Romano e persino un apiario, dove venivano allevate le api per produrre il miele.
L’epoca romana ha lasciato in eredità anche le catacombe. Il cristianesimo a Malta risale a 2000 anni fa, grazie a San Paolo che nel 60 d.C. naufragò sulle coste maltesi mentre si recava a Roma. Un segno del destino sia per San Paolo, che a Roma doveva essere processato come politico ribelle, per i maltesi che da quel momento si accostarono alla religione cristiana e sia per il mondo intero che con la costruzione delle chiese (ce ne solo oltre 360) ha ottenuto in eredità un patrimonio culturale ed artistico inestimabile. A Rabat le Catacombe di San Paolo venivano utilizzate dai romani e ritrovamenti archeologici hanno anche rivelato sepolture pagane, ebree e cristiane che rappresentano un segno di diversità religiosa già presente nella Malta di quel periodo.
A proposito di diversità religiosa la lunga storia di Malta prosegue tra l’870 e il 1091 quando i Mori dominarono l’isola e l’Islam era la religione predominante. Da questo si spiega anche la profonda influenza dell’arabo sulla lingua maltese che oggi contiene anche prestiti inglesi e italiani. Molti nomi di città sono comunque di origine araba, Mdina, Rabat, Mqabba, Għajnsielem, Xaghra e Żejtun per citarne solo alcune. L’influenza araba sulla cultura maltese moderna si può ritrovare in cucina. Proprio come avevano fatto in Sicilia, i Mori portarono a Malta una serie d’ingredienti e tecniche di cottura che sono poi diventate tradizioni culinarie dell’isola: mandorle, frutta secca, spezie e sciroppi per esempio. Anche il cibo da strada maltese con i “pastizzi” e “imqaret” è frutto del dominio arabo. Dal punto di vista archeologico, quello che resta di questo dominio è il Cimitero turco di Marsa, un bellissimo edificio che vanta un’architettura classica araba con un piccolo minareto dalle tipiche guglie a forma di luna. Purtroppo per ragioni politico-religiose il cimitero non è aperto al pubblico.
Anche a Mdina si respira un po’ della cultura araba, cominciando dalla lunga cinta muraria che la separa dalla vicina Rabat. Ma al suo interno la “Città del Silenzio”, così soprannominata a causa della perenne quiete, è senza dubbio una delle più belle gemme di Malta. Passeggiando lungo le sue strade è come viaggiare indietro nel tempo; un’esperienza che evoca immagini di nobili cavalieri e mercati medievali. Mdina è stata fondata da coloni fenici nell’8° secolo a.C. ed è cresciuta in modo significativo in termini di dimensioni sotto l’occupazione bizantina. Durante il Medioevo era la capitale dell’isola, poi sostituita da Birgu ed in seguito da Valletta. Famosa per il vetro soffiato, tradizione importata dai fenici e continuata poi anche dagli arabi, e per il pizzo artigianale che contribuiscono a far di Mdina patrimonio mondiale dell’UNESCO e una delle attrazioni turistiche più popolari in tutto il mondo.
Ma la storia di Malta per eccellenza, per la quale è maggiormente conosciuta in tutto il mondo è quella legata all’Ordine dei Cavalieri Ospitalieri. Si tratta di uno degli ordini cavallereschi più antichi che ha combattuto con successo in numerose battaglie contro i vari tentativi di invasione dell’isola. L’Ordine di San Giovanni è il più conosciuto e celebrato e ha combattuto la famosa Battaglia di Malta (nota anche come Battle of Malta) nel 1522 contro l’impero Ottomano che divenne una delle vittorie più importanti della storia.
Oggi uno dei più grandi tornei di poker a livello europeo prende proprio il nome da questa battaglia. Il Battle of Malta si tiene ogni anno a San Julian, una delle zone più nuove dell’isola, e questo testimonia ancora una volta come a Malta l’antico e il moderno possano fondersi l’un altro con naturalezza e semplicità.
Oltre che per le battaglie i cavalieri di San Giovanni sono famosi anche per aver costruito la maestosa Co-cattedrale di San Giovanni a Valletta. Questa cattedrale è una delle attrazioni più apprezzate di tutta Malta grazie ai suoi meravigliosi interni in stile barocco e per la presenza di alcuni dipinti di Caravaggio. Il noto artista italiano si rifugiò nell’isola nel 1606, dopo aver ucciso un uomo a Napoli, e durante la sua permanenza dipinse una delle sue più famose opere d’arte ‘La decapitazione di San Giovanni Battista’.
Prima di arrivare alla storia contemporanea, quella fatta di grattacieli ed opere futuristiche come La casa del Parlamento costruita da Renzo Piano tra il 2011 e il 2014, è importante ricordare che Malta è stata una colonia inglese.
Le tracce della cultura britannica, nonostante l’isola sia indipendente dal 1964, sono ancora molto presenti.
La Gran Bretagna è venuta a governare l’arcipelago nel 1813 dopo aver aiutato i ribelli contro il tentativo di occupazione da parte dei francesi. Durante il periodo come Colonia della Corona, l’inglese è diventato la lingua ufficiale e ha anche notevolmente contribuito nelle relazioni internazionali e nella costruzione dell’industria del turismo. Dall’altra parte Malta era anche molto importante per la Gran Bretagna, soprattutto durante la prima e la seconda guerra mondiale essa divenne una roccaforte di enorme importanza strategica. Da Malta le truppe britanniche spiavano l’Asse siciliana e combattevano i tentativi tedeschi di infiltrarsi in Nord Africa, nei sotterranei della Lascaris War Rooms di La Valletta si possono trovare le mappe originali e tutte le attrezzature utilizzate in guerra. Malta ha pesantemente pagato questa sua posizione strategica in quanto ha subito violenti bombardamenti durante la seconda guerra mondiale che hanno causato molti morti e feriti. I segni di questi bombardamenti si trovano ancora oggi, ad esempio la piccola isola di Filfla è diventata off limits a causa degli innumerevoli ordigni inesplosi che si trovano intorno alle sue acque. L’impatto culturale della Gran Bretagna può essere ancora oggi individuato in tutta l’isola, sotto forma di cassette postali rosse e cabine telefoniche. La Regina Elisabetta ci ha vissuto dal 1949 al 1951 e, come lei stessa ha dichiarato in una delle sue ultime visite sull’arcipelago, sono stati alcuni degli anni più belli della sua vita in un luogo che ritiene tra i più belli ad aver visitato.
La cultura e il valore storico architettonico di Malta sono senza fine, grazie all’alto numero di stranieri che vivono sull’isola e che apportano ogni giorno un valore in più. Cinesi, ungheresi e americani (solo per citarne alcuni) convivono naturalmente con la popolazione maltese che li ha accolti con la stessa generosità e naturalezza che da secoli la contraddistingue.