L’arnica è usata in medicina da molti secoli; le primissime tinture alcoliche sono state prodotte dai coloni del Nord America, principalmente per curare il mal di gola, gli stati febbrili e per migliorare la circolazione.
L’arnica montana è una pianta ghiandolosa e perenne che può raggiungere dai 20 ai 60 cm di altezza. Presenta un rizoma bruno ed un fusto eretto, lievemente peloso, alla cui base si apre una rosetta di foglie ovali lanceolate di colore verde pallido. Alla sommità del fusto si trovano gli acheni, ovvero i frutti di colore bruno nerastro sormontati da un piccolo pappa piumoso e giallastro e i fiori che si contraddistinguono per i caratteristici petali spettinati di un bel colore giallo aranciato. Questa pianta che cresce prevalentemente nelle regioni alpine e prealpine, privilegia i terreni poveri e silicei. In Italia si trova principalmente nei prati dei pascoli presenti sulle Alpi e sugli Appennini. A causa delle coltivazioni intensive, questa pianta è diventata molto rara ed è entrata di diritto a far parte della flora protetta.
I principi attivi contenuti nell’arnica sono veramente tanti e le conferiscono proprietà antinfiammatorie, antimicrobiche, antidolorifiche oltre che stimolanti della circolazione.
Tutte queste proprietà derivano da due sostanze chimiche di cui il fiore è ricco: l’elenalina e la diidroelenalina. Queste due componenti sono in grado di modificare l’azione delle cellule immunitarie, di uccidere i batteri e di ridurre le infiammazioni.
Oltre a ridurre il dolore causato da traumi e cadute, favorisce il riassorbimento dei lividi. Per questo è molto usata dagli sportivi, soggetti spesso a questi tipi di problematiche.
L’arnica montana infatti è in grado di curare distorsioni, slogature, contusioni e flebiti superficiali, ma anche dolori muscolari o articolari oltre che le emorroidi. Le sue proprietà curative però non finiscono qui; grazie alle sue doti antisettiche è in grado di curare anche varie infiammazioni della pelle e trattare localmente foruncoli fastidiosi o punture d’insetto più o meno gravi.
In omeopatia l’arnica è utilizzata anche per guarire traumi di tipo psicologico come ad esempio un lutto inaspettato, un’emozione molto intensa o un forte spavento.
L’arnica è utile anche nei casi di affaticamento del sistema nervoso, difficoltà di memoria, affaticamento psichico e debolezza.
Dall’arnica montana si può ricavare o l’estratto secco o una tintura madre che si differenzia in base all’uso che se ne vuol fare:
- USO TOPICO viene eliminata la radice e si sintetizza solamente il fiore;
- USO ESTERNO viene sintetizzata tutta la pianta.
L’estratto secco di arnica è ricavato dai fiori e viene destinato prevalentemente all’uso esterno. La polvere viene utilizzata principalmente per la realizzazione di pomate, creme o gel per massaggi da conservare a temperatura ambiente tra i 20 e i 25° C.
Quando si decide di usare l’arnica montana è importante che creme e pomate non vengano utilizzate sulla cute lesionata o affetta da dermatite e nel caso in cui si riscontrino reazioni allergiche è fondamentale interrompere immediatamente la cura e rivolgersi al proprio medico curante.
L’arnica è un fiore molto potente e per questo ne viene sconsigliato l’uso in gravidanza e durante l’allattamento al seno. I farmaci a base di arnica non necessitano di prescrizione medica, ma richiedono alcuni accorgimenti. Oltre a non superare le dosi giornaliere consigliate dall’erborista o dal bugiardino è importantissimo tenere conto di eventuali interazioni farmacologiche.
In particolare tale attenzione deve essere posta nei rari casi in cui si ricorra all’uso di arnica per via orale, perché può aumentare l’effetto dei farmaci anticoagulanti. L’arnica per via orale consiste nello sciogliere una compressa in un grosso quantitativo d’acqua. L’uso dell’arnica non diluito è altamente sconsigliato in quanto poco sicuro. Una dose pura di arnica potrebbe provocare arresto cardiaco, battito cardiaco accelerato, respiro corto, mal di stomaco, diarrea e vomito.
L’arnica, detta anche “artiglio del diavolo”, è una pianta di media tossicità per questo è utilizzata prevalentemente per uso topico. L’uso interno quindi deve essere effettuato sotto stretto controllo del medico e in generale non deve superare le due settimane.
L’uso dell’arnica per via orale è molto pericoloso, per questo motivo è necessario fare sempre riferimento al proprio medico di fiducia.
Con l’arnica si possono creare anche degli ottimi decotti; basterà recarsi dall’erborista di fiducia e chiedergli se può procurarvi dei fiori freschi. Per una sola applicazione non ne servono molti, ne bastano due cucchiai da far bollire 5 minuti in un litro d’acqua. Trascorso il tempo necessario si filtra il decotto e si applica sulle parti lese con una garza. Lasciare in posa per almeno 20 minuti e ripetere massimo tre volte al giorno.
Questo può essere un rimedio di pronto intervento durante le escursioni in montagna; può risultare utile quindi portarsi sempre dietro un thermos con il decotto, facendo però molta attenzione a non berlo.