L’inseminazione artificiale rappresenta, ad oggi, un insieme di tecniche di procreazione medicalmente assistita che consentono alle coppie di ottenere una gravidanza, a fronte di una infertilità severa ed importante. Si parla di infertilità quando la coppia, dopo ripetuti e mirati rapporti sessuali – mirati, appunto, all’ottenimento della gravidanza – per un periodo pari o superiore a 12 mesi, non riesce a concepire in maniera naturale e spontanea.
Oggi, l’infertilità può essere dovuta a fattori diversi e può incidere in maniera importante sul rapporto di coppia. Sono molte di più, infatti, le possibili incidenze relative ad una gravidanza rispetto a molti anni fa: primo fra tutti, il percorso per ottenere una gravidanza, che è molto più articolato e complesso a causa del fatto che sempre più persone hanno difficoltà a raggiungere una certa indipendenza ed un’autonomia che possano consentire il mantenimento sociale, psicologico, ed economico di un figlio. E poiché l’età fertile non attende, specialmente per le donne, sono tantissime le donne che non riescono ad avere un figlio se ci provano oltre i 35 anni di età.
Aiutare le coppie in difficoltà ad avere un bambino
Per aiutare queste coppie in difficoltà, viene data la possibilità alle coppie di accedere alla pratica della fecondazione assistita, oggi di fatto praticabile negli ospedali pubblici e nei centri privati specializzati in tecniche di inseminazione, solo alle coppie sposate ed eterosessuali. Oggi, inoltre, oltre alla fecondazione assistita omologa – ovvero quella tecnica che prevede l’utilizzo di gameti interni alla coppia – è possibile accedere anche alla fecondazione assistita eterologa, ovvero quel tipo di fecondazione che prevede l’utilizzo di ovociti o sperma diversi dai soggetti che compongono la coppia. Ciò è stato possibile a partire dal 9 aprile 2014, quando i giudici della Corte si sono espressi in merito alla Legge 40/2004 determinando la fine del divieto di avere figli per mezzo della fecondazione eterologa in Italia (fino a quel momento, infatti, le coppie dovevano fare riferimento a centri esteri).
Tecniche di fecondazione assistita
Le tecniche di fecondazione assistita sono diverse: si parla, ad esempio, di semplice inseminazione (dette anche di primo livello), o di tecniche di secondo o terzo livello, in cui si procede ad una fecondazione direttamente in vitro o in laboratorio, alle migliori condizioni per consentire percentuali di successo più elevate: questa opportunità è quella preferita nel caso di gravi insufficienze della coppia dal punto di vista della fertilità, ovvero in condizioni di tube pervie oppure di scarsa motilità degli spermatozoi. Un’altra differenza relativa all’uso di tecniche di primo o secondo livello è dovuta al tipo di trattamento che viene effettuato: le tecniche di semplice inseminazione non prevedono un’operazione chirurgica, mentre invece la fecondazione in vitro prevede un intervento endoscopico.
Ma qual è la tecnica di inseminazione migliore? Sulla base delle informazioni che abbiamo, non si può dire che una tecnica sia migliore o più efficace di un’altra, in quanto tutto dipende dalla situazione personale della donna: sicuramente, però, sulla base delle statistiche, le tecniche più utilizzate sono la FIVET (o fecondazione in vitro) e l’ICSI.
Molti aspetti, poi, sono cambiati o, meglio ancora, migliorati, rispetto a qualche anno fa. Come è stato già anticipato, dal 9 aprile 2014, grazie all’intervento della Corte sulla Legge 40/2004, è stata emessa una sentenza per mezzo della quale le coppie possono accedere alle tecniche di utilizzo dei gameti esterni anche in Italia: fino a quel momento, le coppie infertili dovevano effettuare viaggi all’estero alla ricerca delle migliori condizioni per ottenere una gravidanza, alimentando di fatto il turismo riproduttivo.
Oggi, nei centri pubblici e privati è possibile accedere a questa tecnica, anche se diversi problemi ancora rendono più difficile il percorso all’eterologa e all’inseminazione artificiale di questo tipo: pensiamo, ad esempio, alla mancanza di donazioni di gameti a sufficienza per coprire le necessità delle coppie infertili, che devono continuare a rivolgersi all’estero o attendere per lungo tempo iscritti nelle liste d’attesa degli ospedali. Questo e molti altri aspetti contribuiscono anche nella difficoltà di avere figli in un momento storico in cui, in Italia, i più disparati trattamenti sono possibili, tuttavia senza sempre riuscire a fornire la risposta adeguata alle coppie.