Risale al settembre 2015, quindi la si può considerare relativamente recente, la decisione della Corte di Cassazione in merito al condono edilizio. La sentenza stabilisce che il condono edilizio non è ottenibile nei casi in cui le opere edili – non rappresenta alcuna differenza che siano state svolte da imprese oppure da privati cittadini – siano di una dimensione di 750 metri cubi oppure rappresentino un quantitativo maggiore del 30% rispetto al volume originario; e non ci sono comuni esenti da questo, che si abiti a Torino, Napoli, Catania, Roma o Milano. Queste limitazioni hanno inoltre lo stesso valore che si parli di costruzioni a scopo abitativo o di qualunque altro genere.
Devono quindi stare molto attenti i privati o le imprese di interventi edili in Piemonte e in città come Napoli, Catania, Roma, Milano (solo per citare alcuni comuni italiani più importanti), perché questa è sì “solo” una decisione della Corte di Cassazione (e già per questo rappresenta un precedente legale) ma si basa sulla Legge 724 del 1994.
Fondamentalmente, quindi, non ha importanza se questi lavori siano fatti a una casa o a un negozio, poiché la regola ha lo stesso effetto per ambedue i luoghi. In base a questa sentenza e in virtù della legge, una costruzione potrebbe essere abbattuta con tutte le conseguenze negative, finanziare e di altro tipo, che si ripercuotono sul trasgressore.
Le normative edilizie locali contrapposte alla legge
Mettiamo il caso che una persona faccia qualcosa che contravvenga la stessa, diciamo in buona fede, perché magari le normative edilizie locali non presentano i limiti imposti dalla legge: non può appellarsi a queste normative, dato che il valore di una legge statale è superiore a quello che può avere una normativa locale. E se l’ignoranza può essere accettata in un cittadino, non può in alcun modo essere ammessa in una impresa edile di qualunque città essa sia, dal sud di Napoli o Catania al nord di Milano o Torino.
Ad ogni modo sarebbe più semplice imbarcarsi in opere che non richiedano un condono edilizio, che siano fatte in base alle leggi in materia del paese; ma sarebbe forse come cercare una mosca bianca o fare come Diogene con la lanterna.
Tra l’altro recentemente è in discussione un disegno di legge che deve essere approvato dal Senato, in cui sarebbe previsto uno stanziamento di ben 45 milioni di euro destinati alla demolizione di abusi edilizi (principalmente edifici fatti senza seguire la legislazione relativa).
In sintesi è sempre raccomandabile seguire alla lettera le leggi, per non incorrere in problematiche di una certa entità, si viva a Torino o Catania. Stabilire se siano più a rischio le imprese edili o il cittadino non è affatto una cosa semplice.