Non è semplicemente l’effetto della sovralimentazione, ma una patologia molto complessa, che interessa un numero sempre crescente di persone, anche in Italia: e di obesità, soprattutto, si muore, al ritmo di una persona ogni 10 minuti in tutto il mondo. Ecco i dati di questo nemico spesso sottovalutato e qualche consiglio pratico per rimettersi in forma.
Riconosciuta come malattia anche dalla comunità scientifica, visto che presenta tre fattori “chiave” come danno organico, sofferenza psicologica e difficoltà nelle relazioni sociali, l’obesità è quindi qualcosa che va al di là del semplice fattore estetico, che pure è un aspetto da non sottovalutare, soprattutto nell’impatto sociale.
Di obesità si muore. Ma la notizia che spaventa di più, guardando gli ultimi dati citati dagli esperti, è quanto questo problema amplifichi il rischio di contrarre patologie mortali. In particolare, in tutto il mondo le persone adulte che sono in sovrappeso sono 1,5 miliardi, e un terzo di questi soffre proprio di obesità. Le previsioni inoltre stimano che soltanto entro i prossimi tre anni, e quindi entro il 2020, si potrebbe sfondare quota 2,5 miliardi di adulti in sovrappeso e 700 milioni di obesi.
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La situazione nel nostro Paese. In Italia le cose non vanno molto meglio, in proporzione, e allarmano in particolare le statistiche sulla mortalità legata al peso eccessivo: 57 mila persone ogni anno muoiono per cause attribuibili all’obesità, al ritmo di mille decessi a settimana, 150 al giorno, una ogni 10 minuti.
Uno squilibrio originale. In genere, i medici sono concordi nel ritenere che questa malattia si origina da uno squilibrio tra quanto si mangia e quanto si brucia, con conseguente accumulo dell’eccesso di calorie sotto forma di trigliceridi che si trasformano in adipe e si depositano anche nel fegato o nel muscolo scheletrico, provocando danni alla colonna vertebrale. Il combinato di cause che la provoca, poi, vede ai primi posti sovralimentazione e scarsa attitudine al moto, ma anche predisposizione genetica.
L’importanza della dieta. Proprio in questi giorni, una ricerca americana riportata anche su Il Sole 24 Ore ha messo sotto accusa la dieta occidentale, che sarebbe caratterizzata da un’elevata presenza di grassi e zuccheri: questo provocherebbe un incremento dei segnali generati dal sistema endocannabinoide a livello periferico, spingendo a mangiare di più. Gli studiosi hanno anche iniziato lo studio di possibili inibitori di questi segnali, ma per il momento il consiglio migliore resta quello che si legge sul portale Al Meglio, sito dedicato alla salute e al benessere psico-fisico, che ricorda come dieta sia innanzitutto sinonimo di mangiare in maniera sana ed equilibrata, senza esagerare in un senso o nell’altro.
I rischi per la schiena. Altrettanto importante, poi, è evitare la sedentarietà assoluta e la mancanza di attività fisica: ne va, come accennato, anche della salute del nostro corpo, e in particolare la salute della schiena. Oltre ai danni all’organismo, infatti, obesità e sovrappeso sono “nemici” del sistema muscolo-scheletrico, perché possono provocare problemi degenerativi ai dischi intervertebrali, aumentando le sollecitazioni biomeccaniche e contribuendo all’insorgere di patologie come discopatia degenerativa, spondilolistesi, osteoporosi o stenosi spinale.
Numeri allarmanti. Per capire l’entità del fenomeno, citiamo i risultati di una ricerca svolta a Hong Kong, che ha studiato il rapporto tra sovrappeso e discopatie: ebbene, su un campione di oltre 2500 persone il rischio di incorrere nella patologia aumenta dal 30 al 79% nei casi di chi ha chili in eccesso.
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Un rimedio immediato. Tra i possibili rimedi “soft”, ovvero senza ricorrere all’intervento chirurgico, c’è l’osteopatia, la scienza medica che si basa su una filosofia molto chiara: “la struttura governa la funzione”, ovvero è il corpo stesso che riesce ad autocurarsi ritrovando la giusta relazione con mente e spirito. Nel caso del mal di schiena, i professionisti di questa disciplina mettono in atto una serie di manipolazioni e modificazioni posturali del corpo che, come spiegato sul sito Tcio, scuola di formazione medica, consente di superare il dolore. Per quanto riguarda l’obesità, la domanda “cosa cura l’osteopata” trova prima e concreta risposta nelle correzioni posturali, che mirano a ripristinare la biomeccanica generale della colonna vertebrale e a consentire al corpo di ritrovare il proprio equilibrio.