Usare un dispositivo digitale (computer, tablet, pc) non significa conoscerne i meccanismi, capire le possibilità di utilizzo e i “pericoli” derivanti da un uso errato della rete internet è oramai alla base del nostro quotidiano. Usiamo il web per divertimento, fare acquisti, conoscere nuove persone, decidere dove passare le vacanze e per informarsi. Per questo è fondamentale che concetti come privacy, riconoscimento di una fake news, utilizzo responsabile dei social network diventino aspetti di formazione quotidiani per giovani e meno giovani. La media education è diventata un elemento cruciale nei percorsi formativi legati all’utilizzo della rete e dei social network.
Social media e società
Siamo nell’epoca dei social networks, utilizzati in modo particolare dai giovani e dagli adolescenti. Che si tratti di utilizzare Facebook (per la verità sempre meno utilizzato dai millenials) o altri social come SnapChat, il discorso non cambia.
Un percorso di media education serve a formare i giovani non tanto all’utilizzo delle piattaforme sociali ma quanto a far sì che siano comprese le interazioni e termini come privacy, sicurezza informativa entrino a far parte delle competenze di base di tutti i cittadini.
Quali pericoli per un uso improprio dei social network?
Uno dei pericoli maggiori derivanti da un uso improprio dei social network è quello legato ad un uso eccessivo dei medesimi, che può generare un vero e proprio distacco dalla vita reale, causando a chi li utilizza un estraniamento dalla realtà e una situazione nella quale esiste solo la realtà virtuale, con inevitabili problemi di tipo relazionale per il soggetto che non è più in grado di distinguere tra la vita reale e la vita virtuale.
LEGGI ANCHE: Approvata la legge sulla portabilità degli abbonamenti streaming
Un altro aspetto molto pericoloso dei social è quello legato ad un fenomeno sempre più crescente, conosciuto con il termine di cyberbullismo: che si caratterizza per l’impossibilità della vittima di sottrarsi al bullo, internet è ovunque e così il cyberbullismo diventa una dimensione totalizzante. Sono in crescita fenomeni legati ad un uso sbagliato della privacy e ad una percezione di internet come una dimensione completamente virtuale, spersonalizzata, dove gesti che non verrebbero sicuramente fatti nella “realtà”, come mandare foto private ad una persona appena conosciuta in chat, diventano se non la regola gesti normali, proprio perché se ne ignorano le conseguenze. Internet è invece una dimensione perfettamente reale dove le nostre azioni hanno delle conseguenze concrete. Quello che postiamo oggi sui social network, solo per fare un esempio, potrebbe darci problemi un domani.
Media education come antidoto ad un uso errato della rete
L’alternativa è quella di instaurare positive relazioni digitali soprattutto tra i cosiddetti nativi digitali. Solo così internet (la più grande “invenzione” del nostro tempo) potrà continuare a costituire un’enorme ricchezza per tutti. La conoscenza è potere e il web non fa eccezione.