“La Corte europea dei diritti umani ha condannato Mosca per le tristemente note leggi contro la ‘propaganda gay tra i minori’ che sarebbero distorsive degli articoli 10 e 14 della Convenzione (libertà di espressione e divieto di discriminazione). A poco è servita la linea difensiva adottata dal Cremlino che avrebbe puntato su una traballante distinzione tra libertà di espressione e corruzione dei bambini”, ha dichiarato Leonardo Monaco, segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti.
“La sentenza di Strasburgo (che vedrà ricorrere la Federazione Russa) è un segnale importante che deve essere sostenuto dai Paesi europei con iniziative fattive – ha aggiunto Monaco -. A titolo d’esempio, le organizzazioni per i diritti umani LGBTI russe aspettano ancora un segnale di vita dal ministro degli Esteri italiano affinché prenda una posizione forte sui centri di prigionia in Cecenia e offra l’aiuto necessario a rilasciare i visti umanitari agli omosessuali ceceni scampati alle torture che i paramilitari di Ramzan Kadyrov hanno loro riservato”.
“Non lasciamo che la barbarie venga insabbiata dall’inerzia occidentale prima ancora che dal regime Russo”, ha concluso il segretario radicale.