Il concetto di recupero edilizio, se negli anni precedenti si riferiva soprattutto ai cosiddetti eco-mostri e al recupero di edifici dismessi per dare vita a nuovi spazi pubblici, oggi è spesso finalizzato a trasformare magazzini, costruzioni rurali e vecchi casolari in loft e residenze di lusso.
Il primo passo per avviare la ristrutturazione è informarsi se il Piano urbanistico vigente prevede la modifica della finalità di utilizzo dell’edificio e quali documenti necessitano per richiedere al Comune in cui lo stabile è situato il cambio destinazione d’uso.
La trasformazione in edifici residenziali di locali con destinazione diversa da quella abitativa ha avuto negli ultimi anni, complice anche la crisi del settore edilizio, una vasta diffusione. Generalmente, nella progettazione di interventi di recupero e restauro di magazzini, casolari e fabbricati rurali, architetti e designer mirano a mantenere il carattere originario dell’edificio, senza ovviamente rinunciare a tutti i comfort.
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Molti, all’estero ma anche nella nostra Penisola, sono i progetti di recupero edilizio che, con successo, hanno saputo trasformare vecchie costruzioni abbandonate in abitazioni di lusso. Navigando sul web è possibile trovare diversi progetti dai quali prendere spunto se si ha intenzione di creare la propria abitazione partendo da un edificio dismesso.
Da stabilimento industriale a studio professionale: La Fábrica di Ricardo Bofill
Una ristrutturazione di un vecchio magazzino e stabile di produzione si può trasformare in un loft di ispirazione urbana. Un esempio per tutti è l’immensa opera di recupero dell’edificio diventato poi casa-studio dell’architetto spagnolo Ricardo Bofill. L’edificio, una ex fabbrica di cemento risalente al periodo della Grande Guerra, è stato acquistato dall’architetto nel 1973. Situata alle porte della Capitale della Catalogna, la struttura è composta da diversi silos, grandi sale macchine e alcuni chilometri di gallerie sotterranee. Circondata da un’area verde, La Fàbrica è oggi sede dello studio professionale dell’architetto, il Ricardo Bofill Taller de Arquitectura, nonché della sua abitazione.
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Ad essere ristrutturati sono anche casolari di campagna ed edifici rurali in stato di abbandono. Si tratta di edifici che, in un certo senso, mantengono l’essenza della vita contadina di un tempo, narrando attraverso la propria architettura usanze e costumi ormai persi. In Italia, gli esempi di recupero più suggestivi e anche affascinanti riguardano sicuramente le antiche costruzioni del mondo contadino: si pensi alle tenute immerse nelle verdi colline toscane, con piante di cipressi a far da confine e strette strade dalle curve morbide che accompagnano le colline, oppure ai trulli pugliesi, recuperati dallo stato di abbandono e trasformati in confortevoli abitazioni o caratteristiche strutture ricettive.
Se oggi dunque il recupero edilizio appare essere uno strumento per bloccare, o in parte evitare, l’intensa cementificazione dei decenni passati, d’altro canto esso nasconde un significato più profondo, elevato, quasi fosse una vera e propria missione e un bisogno primo del quale la società contemporanea non può più fare a meno: restituire la bellezza.