Nel mondo delle startup da alcuni anni a questa parte il termine growth hacking sta divenendo sempre più popolare. Per quanto concerne il panorama italiano, invece, la notorietà di questo termine si sta affermando nel corso del 2017 come il marketing del futuro.
Ma cosa è il growth hacking?
Effettivamente il growth hacking è una forma di marketing innovativo che si adatta al mondo di oggi, in cui la digitalizzazione ed Internet hanno cambiato il mondo del business.
Al giorno d’oggi va inoltre considerato come i classici canali promozionali come le testate giornalistiche e le televisioni abbiano dei costi davvero elevati e siano comunque saturi.
Il growth hacking come filosofia ed approccio di marketing cerca invece di focalizzare l’attenzione su quei canali e strategie di marketing che siano in grado di raggiungere solamente gli utenti target.
Di conseguenza non si punta a creare awareness rivolgendosi ad un pubblico molto ampio, ma ad un pubblico ristretto ma potenzialmente interessato ad acquistare.
Oltre a questo un aspetto molto importante lo ricopre il ruolo del data analytics. Ogni strategia di growth hacking viene infatti basata sull’analisi dei dati. Questo al fine di minimizzare il dispendio di risorse e budget andando ad investire solamente su attività che stiano effettivamente funzionando.
Oltre a questo, l’analisi dei dati e degli insight permette di comprendere quali aspetti del nostro prodotto o servizio siano particolarmente utilizzati dagli utenti e quali invece siano inutilizzati.
Un discorso di questo tipo è soprattutto valido se gestiamo un sito web oppure abbiamo creato un app o un software online. Ad esempio i fondatori di Instagram, che inizialmente si chiamava Burbn, analizzando il modo in cui gli utenti utilizzavano la propria app compresero che vi erano moltissime funzioni inutilizzate e che le uniche che creavano interesse ed engagement erano quelle relative alle foto e ai filtri.
Sfruttando proprio questo insight vennero effettuate delle importanti modifiche e Burbnb venne riposizionata come un social app di photo sharing e rilanciata con il nome di Instagram.
Il growth hacking oltre che di Instagram è stato il segreto del successo di molte startup ed aziende innovative di successo quali ad esempio Uber, Facebook, Skyscanner, Twitter Spotify e Netlix.
Se vuoi approfondire all’argomento qui ti proponiamo un’interessante introduzione al growth hacking.
Come nasce il growth hacking?
Il growth hacking precisamente nasce nel 2010 nella Silicon Valley. Il termine venne coniato da Sean Ellis, noto marketer di oltre oceano a cui viene attribuito il grandissimo successo di diverse startup, prime tra tutte Dropbox. Sean Ellis fu il primo ad accorgersi del mindset antiquato della maggior parte degli esperti di marketing rispetto alle nuove possibilità che invece il mondo di Internet poteva offrire.
Da qui l’idea di teorizzare questo nuovo approccio di marketing in un famoso articolo scritto sul suo blog che potete trovare qui.
Il growth hacking probabilmente, per i motivi sopra citati, potrebbe effettivamente divenire la forma di marketing del futuro sia per i risultati concreti che ha portato a startup innovative, sia perché anche multinazionali del calibro di CocaCola stanno introducendo questa nuova disciplina nei propri reparti marketing.