Siete arrivati a Cagliari, il centro storico vi ha abbagliati per la sua bellezza e avete potuto godere del suo mare, ma non volete rinunciare a visitare i dintorni della città? Il nostro consiglio è quello di noleggiare un’automobile: in questo modo avrete la libertà di movimento che è necessaria per conoscere meglio la zona intorno al capoluogo della Sardegna.
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Da dove partire alla scoperta dei dintorni di Cagliari
Il percorso che vi consigliamo è davvero alternativo e propone la visita di un angolo di paradiso: il sito archeologico di Pranu Muteddu, nel territorio di Goni, a poche decine di chilometri da Cagliari; il luogo è noto come la “Stonehenge sarda“.
Il viaggio, con partenza dal capoluogo, durerà poco più di trenta minuti di macchina. Dalla strada statale 131 Carlo Felice, con verso di percorrenza Oristano–Sassari, si dovrà svoltare per Senorbì, all’altezza di Monastir: una volta girato a destra dovrete percorrere la strada statale 128.
Giunti a Senorbì, ridente centro agricolo della Sardegna, nonché capoluogo della regione storica Trexenta, dovrete prendere la strada provinciale 23 uscendo dal centro storico e seguendo le indicazioni per Arixi-San Basilio.
L’area archeologica di Pranu Muteddu
Dopo aver attraversato Arixi e San Basilio, a circa 7 km troverete il bivio per Goni-Silius; girate dunque a sinistra in direzione Goni. A pochi chilometri dal paese, sempre restando sulla sinistra, potrete già intravedere l’area archeologica di Pranu Muteddu, aperta tutti i giorni dalla 8.30 alle 18.00 in inverno e dalle 8.30 alle 20.00 in estate.
Giunti nell’area, potrete ammirare non solo un sito archeologico di grandissimo interesse culturale, ma vi sarà possibile godere anche di alcune ore di ristoro tra le splendide querce secolari e i profumi della macchia mediterranea. L’esperienza, particolarmente suggestiva, coinvolgerà tutti i vostri sensi.
All’interno del parco, grande circa 200.000 metri quadrati, si trova uno dei complessi monumentali più importanti della Preistoria sarda. Quest’ultimo, del Neolitico recente, è databile tra il 3200 e il 2800 a.C.
La presenza di un gran numero di tombe e di menhir, ovvero di megaliti monolitici, fa presumere che il sito venisse impiegato per riti religiosi che riguardavano il culto dei morti.
Pranu Muteddu è attualmente l’area archeologica con il più alto numero di menhir della Sardegna. In totale sono infatti circa sessanta e descrivono uno spettacolo dalle grandi suggestioni visive che porta il visitatore dentro un viaggio fuori dal tempo.
Il patrimonio archeologico e la bellezza del bosco cattureranno il vostro sguardo e la vostra mente. Inoltre, il luogo presenta anche delle interessanti “Domus de Janas”, tipiche strutture sepolcrali della Sardegna prenuragica.
All’interno del bosco vi sarà possibile anche mangiare in compagnia. Le opzioni sono due: potrete consumare un divertente pranzo a sacco oppure deliziarvi con la cucina tradizionale del luogo andando a mangiare nella struttura che reca lo stesso nome del parco, ovvero Pranu Muteddu.
All’interno del locale avrà inizio un altro viaggio, stavolta gastronomico; questo vi permetterà di deliziare le vostre papille gustative con l’ottima gastronomia trexentese.
Il nuraghe Goni
Una volta ammazzato il caffè con un buon mirto o un ottimo filu ferru (acquavite locale), vi consigliamo di proseguire il vostro itinerario archeologico alla scoperta del nuraghe Goni.
Quest’ultimo dista circa 1 chilometro dal paese omonimo. Per raggiungerlo vi consigliamo di imboccare la stradina che si trova all’entrata del centro abitato e di parcheggiare l’auto nella prima piazzola disponile.
Il nuraghe sorge sopra un altopiano che si affaccia sulle valli circostanti ed è un edificio monotorre circolare con tre vani. Dalla struttura sarà possibile ammirare un paesaggio mozzafiato che lascia intravvedere anche le acque del Lago Mulargia.