Il medico del lavoro, per tante aziende, è una figura necessaria soltanto perché lo stabilisce la legislazione vigente: senza l’obbligo e il rischio di pesanti sanzioni, non si occuperebbero minimamente della questione della salute dei dipendenti, e meno che mai di nominare uno specialista atto a tutelarla. Per fortuna, tuttavia, la legge stabilisce con molta precisione quali siano gli obblighi dei datori di lavoro in questo senso – e quando la legge, pur corretta, non brilla per trasparenza e semplicità di comprensione, ci sono aziende specializzate che sono in grado di chiarirne gli aspetti meno facilmente decifrabili. Per farci dare una mano a capire quanto sia effettivamente importante questa figura per le aziende, e come sbaglino quelle che la sottovalutano, ci siamo rivolti con le nostre domande alla Global Medical Service, una società specializzata nel settore.
Ma cosa distingue un medico del lavoro da qualsiasi altro dottore?
Quella del medico del lavoro è una figura professionale ad alta specificità. Il suo ruolo richiede precise competenze, e infatti per accedere a questa funzione è necessario che un dottore abbia una precisa specializzazione; oltre a quella, appunto, in medicina del lavoro, si trovano anche professionisti specializzati in medicina delle assicurazioni, medicina legale, o ancora in igiene e medicina preventiva. Nel momento in cui gli viene assegnato il compito di seguire lo stato di salute dei dipendenti di un’azienda, il medico in questione – che si indica con la dicitura di medico competente – si prende la responsabilità di monitorare in maniera costante le condizioni di salute dei lavoratori, riconoscere e identificare qualsiasi sintomo di malattia professionale, e agire per debellarla.
Cosa fa classificare una malattia come “professionale”?
Per la medicina del lavoro, una malattia professionale è quella causata da agenti dannosi o patogeni che siano caratterizzanti dell’ambiente produttivo in questione. A seconda del tipo di azienda di cui si parla, naturalmente, questi agenti saranno diversi; le ditte in cui vengono lavorati e trasformati materiali tossici dovranno soprattutto preoccuparsi di polveri sottili, quelle dove si fa uso di reagenti particolari saranno alle prese con agenti chimici, e quelle dove il calore o le radiazioni sono elevate saranno infine caratterizzate da un’alta presenza di agenti fisici. In tutti e tre i casi, il medico del lavoro dovrà identificare questi agenti.
E in sostanza, il medico del lavoro come agisce per la tutela della salute dei lavoratori?
Un medico del lavoro ha tre strumenti a disposizione per svolgere il suo compito.
- I sopralluoghi: nel corso di regolari visite alle aziende, il medico deve come dicevamo identificare tutte le possibili minacce alla salute dei lavoratori, così da sapere quali rischi corrano.
- Il DVR: questo documento di valutazione del rischio, che è responsabilità del medico del lavoro stendere, contiene l’indicazione di tutti gli agenti patogeni e di rischio che i sopralluoghi in azienda hanno rilevato, insieme a quella dei metodi e delle precauzioni da tenere per evitare l’insorgere di malattie professionali.
- Le visite sanitarie periodiche: secondo dei protocolli sanitari da lui stesso stilati, dove è stabilita la periodicità e la natura degli accertamenti da effettuare, il medico del lavoro visita a intervalli regolari i dipendenti dell’azienda, così da rilevare al primo comparire qualsiasi sintomo sospetto e agire per risolvere il problema tempestivamente.