Virginia Woolf, nata a Londra il 25 gennaio del 1882, è stata una delle più grandi scrittrici e saggiste di sempre. Considerata una delle principali figure della letteratura del XX secolo, è sempre stata impegnata attivamente nella lotta per le pari opportunità. Google la ricorda oggi con un doodle – un’animazione o un disegno che sostituisce il logo del motore di ricerca – nel 136° anniversario della sua nascita.
La storia di Virginia Woolf a 136 anni dalla sua nascita
Figlia del famoso autore, storico, critico letterario e alpinista Leslie Stephen e della modella per pittori Jiulia Prinsep-Stephen, Virginia Woolf fin da piccola conobbe i più importanti scrittori e poeti del tempo, tra cui Henry James e Thomas Eliot. Le sue opere più famose sono i romanzi La signora Dalloway, Gita al faro e Orlando, mentre tra le opere di saggistica emergono Il lettore comune e Una stanza tutta per sé.
Oltre che per i suoi scritti, la Woolf è ricordata anche per il suo impegno attivo a favore dell’emancipazione e dei diritti delle donne, temi che spesso si possono ritrovare nelle sue opere. Nel 1895, appena tredicenne, perse la madre e negli anni successivi perse il padre e una delle sorellastre. I lutti e altri episodi di vita la portarono ad avere le primi crisi nervose. In uno dei suoi scritti, Momenti di essere e altri racconti, Virginia Woolf raccontò degli abusi sessuali subiti dai fratellastri George e Gerald.
Nel 1912 sposò lo scrittore Leonard Woolf e, dopo un tentativo di suicidio e gravi problemi di depressione, nel 1917 fondò insieme al marito la casa editrice Hogarth Press e si avvicinò al movimento femminista e delle suffragette. Virginia Woolf attraversò due guerre mondiali, ma non vide la fine della seconda, poiché i forti problemi di depressione la portarono al suicidio il 28 marzo del 1941. La Woolf si riempì le tasche di sassi e si gettò nel fiume Ouse lasciandosi annegare. Il suicidio fu il tragico epilogo di una vita segnata dalla morte precoce del padre, della madre e della sorella, che diedero origine alla malattia nervosa in seguito diagnosticata come disturbo bipolare. Il doodle di Google ritrae Virginia Woolf circondata da foglie secche, elemento ricorrente in molti dei suoi romanzi.
Nella lettera di addio al marito scrisse: “Carissimo, sono certa di stare impazzendo di nuovo. Sento che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. E questa volta non guarirò. Inizio a sentire voci, e non riesco a concentrarmi. Perciò sto facendo quella che sembra la cosa migliore da fare. Voglio dirlo: tutti lo sanno. Se qualcuno avesse potuto salvarmi saresti stato tu. Tutto se n’è andato da me tranne la certezza della tua bontà. Non posso continuare a rovinarti la vita. Non credo che due persone possano essere state più felici di quanto lo siamo stati noi”.