Quello delle pensioni è uno dei temi più seguiti negli ultimi tempi: l’effetto della crisi economica e l’aumento della speranza di vita, infatti, hanno preoccupato molti italiani che pensavano di essere quasi arrivati al traguardo. Dopo la pubblicazione del decreto a dicembre 2017 e tante, forse troppe, interpretazioni, l’Inps attraverso una circolare di qualche giorno fa, oltre a confermare l’aumento di cinque mesi per l’uscita dal lavoro, ha sottolineato alcune questioni.
Pensioni ultime notizie: dal 2019 si va in pensione a 69 anni
La nota del 4 aprile si riferisce al decreto direttoriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.289 del 12 dicembre 2017, che recava la famosa frase “a decorrere dal 1° gennaio 2019, i requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici (…) sono ulteriormente incrementati”.
L’Inps afferma quindi che a partire dal 2019 si potrà andare in pensione per vecchiaia a 69 anni ma solo se si hanno almeno 20 anni di contributi regolarmente versati, altrimenti l’età sale a 71 anni se il primo versamento è datato dopo il 1996. In quest’ultimo caso i versamenti possono essere inferiore a 20 anni ma comunque non meno di 5 anni.
Pensione anticipata: dal 2019 sale a 43 anni per gli uomini e 42 per le donne
L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ricorda poi che sempre dal prossimo anno, i requisiti per la pensione anticipata salgono a 43 anni e tre mesi di contributi per gli uomini e 42 anni e tre mesi per le donne.
Dall’aumento sono esenti tutte le categorie dei lavori cosiddetti usuranti pubblicate lo scorso anno; mentre non sono esclusi, e quindi si applicano gli stessi aumenti, il personale appartenente al comparto difesa, sicurezza, vigili del fuoco e forze armate quindi carabinieri, finanza e polizia.
Pensioni: cambia il calcolo della speranza di vita
Nella nota del 4 aprile viene spiegato anche il nuovo metodo di calcolo legato alle variazioni della speranza di vita, che dal 2021 saranno biennali e non potranno superare i 3 mesi. Questo vuol dire che nel caso la speranza di vita sia superiore di 5 mesi, verranno calcolati solo 3 mesi, mentre gli altri 2 rimanenti verranno conteggiati all’adeguamento successivo. In caso contrario, ovvero la diminuzione della speranza di vita, l’adeguamento non viene effettuato, ma viene rimandato all’aggiornamento successivo.
A decorrere dal 2023, però, la variazione sarà calcolata “in misura pari alla differenza tra la media dei valori registrati nei singoli anni del biennio medesimo e la media dei valori registrati nei singoli anni del biennio immediatamente precedente”.
Questo, detto in parole povere, vuole dire che per il biennio 2023-2024 la variazione della speranza di vita è uguale alla differenza tra la media dei valori registrati nel 2019-2020 e quella dei valori registrati nel 2017-2018.