Qualche giorno fa, il Consiglio dei Ministri ha approvato il Documento di Economia e Finanza, meglio conosciuto come Def. Al suo interno, tra le altre cose, una approfondita riflessione sugli effetti della tanto chiacchierata riforma delle pensioni firmata dall’ex ministra del governo Monti, Elsa Fornero.
Pensioni: la Legge Fornero contiene importanti benefici
Quello che si evince dai dati e dalle simulazioni è un risultato positivo, soprattutto per quanto riguarda il bilancio e le casse dello Stato. Senza questa riforma, si legge nel documento, il rapporto debito/Pil sarebbe arrivato al 150% e nel decennio 2030-2040 addirittura al 200%.
E, se il Consiglio dei Ministri promuove questa riforma, Il Sole 24 Ore precisa che questi calcoli non tengono conto di alcune misure introdotte con le leggi di Bilancio, come “l’Ape e l’aumento delle quattordicesime e della no tax area per chi è già in quiescenza”.
Pensioni: il commento di Salvini
Matteo Salvini, che sulle pensioni ha basato gran parte della campagna elettorale e che in questi giorni sta girando l’Italia per promuovere i suoi candidati alle Regionali, ha commentato: “L’Europa pensi alle sue cose, all’Italia, ai pensionati e lavoratori italiani pensiamo noi, se andiamo al governo la legge Fornero salta, dicano quello che vogliono a Bruxelles e a Parigi”. La riforma, infatti, è stata oggetto di discussione per tutti i partiti in corsa alle recenti elezioni; in molti propongono delle modifiche, ma Salvini e i suoi sono per una totale abolizione.
Lavoratori precoci e Quota 41: il 1° maggio protesta in piazza
Intanto i lavoratori precoci, in protesta per il mancato avvio della Quota 41, scenderanno in piazza il 1° maggio, proprio durante la festa dei lavoratori. Il problema che sollevano in molti è che, nonostante ci siano tutti i requisiti di età e contributi per accedere alla domanda, molte figure non rientrano in quelle tutelate dalle precedenti leggi di Bilancio.
Ad aggiungere più disagi, secondo i lavoratori, è l’aumento dell’aspettativa di vita che, con la legge dello scorso dicembre, è salita ulteriormente di 5 mesi. Dal 2019 infatti si potrà andare in pensione per vecchiaia a 69 anni, ma solo con almeno 20 anni di contributi versati, in caso contrario l’età sale a 71 anni se il primo versamento è datato dopo il 1996.