Quando si parla di amianto – la cui produzione, lavorazione e vendita sono divenute illegali in Italia dal 1992 – sono principalmente due gli adempimenti che un cittadino deve rispettare.
Il primo riguarda l’obbligo di indagine: ovvero verificare che non sia presente dell’amianto e, nel caso il controllo dovesse dare esito positivo, confermare attuando un’ulteriore accertamento delle coperture e dei manufatti con conseguente manutenzione. Il secondo obbligo è quello della bonifica: ovvero, se viene riscontrato un pessimo stato di conversazione o un rilascio di fibre dannose che superi i valori standard, agire di conseguenza per rimuovere l’amianto in questione, o comunque trattarlo per evitare spiacevoli ripercussioni ed eventuali pericoli.
Come procedere nella bonifica dell’amianto
Naturalmente un privato non può agire da solo, ma deve rivolgersi a ditte specializzate che fanno questo di mestiere e che sono iscritte all’Albo nazionale gestori ambientali. Ci sono, infatti, particolari e delicate procedure da seguire, come ad esempio presentare un piano di lavoro all’ASL competente non dopo i 30 giorni dall’inizio dei lavori.
Dunque, se ad esempio deve essere effettuata una bonifica amianto a Milano, a Roma, a Torino o in qualunque altro comune d’Italia, la ditta dovrà redigere e presentare il piano di lavoro all’ASL del territorio di pertinenza, prima di procedere con le operazioni, a meno che non si tratti di un caso limite dove bisogna agire urgentemente. In quest’ultima circostanza, infatti, passati i 30 giorni dalla consegna del piano di lavoro, si potrà procedere anche senza aver ricevuto alcuna risposta o autorizzazione.
Le modalità per adempiere a qualsiasi obbligo
Sempre rivolgendosi alle ditte specializzate, un cittadino ha diverse modalità con le quali assolvere ai propri obblighi per quanto riguarda la bonifica di strutture con presenza di amianto.
La prima è l’incapsulamento: ovvero rivestire la superficie della zona interessata con della vernice che eviti la fuoriuscita delle particelle. La seconda è il confinamento, che consiste nel chiudere mediante delle murature la superficie in considerazione. E infine la rimozione con conseguente smaltimento, che è la pratica più estrema, a cui ricorrere solo in circostanze davvero gravi.
In quest’ultimo caso, oltretutto, il cittadino deve fare molta attenzione poiché – se dovesse agire per conto proprio o dovesse far rimuovere l’amianto a ditte non iscritte all’Albo – rischia delle sanzioni piuttosto pesanti, soprattutto se si è proprietari di un immobile adibito a locazione o fatto utilizzare a terzi.
Dunque, è necessario verificare che la ditta chiamata ad intervenire possegga tutte le carte in regola per svolgere questo particolare tipo di operazione, ma soprattutto che disponga delle autorizzazioni e delle certificazioni necessarie per agire in totale legalità e nel pieno rispetto delle normative vigenti. In caso contrario, sarà il cittadino a pagare dazio.
A seconda dei comuni di residenza, inoltre, il cittadino potrà usufruire di eventuali agevolazioni economiche per quel che riguarda le operazioni da effettuare nel caso in cui si renda necessaria una bonifica amianto. Bisognerà semplicemente presentare domanda agli uffici preposti per capire se si possiedono i requisiti per poter essere sostenuti da questo punto di vista.