La Wanderlust, o la malattia del viaggiatore, è una sindrome che comporta una voglia incontrollabile di viaggiare. Chi ne è affetto non riesce a stare a lungo nello stesso posto, manifesta il desiderio di conoscere nuove culture, imparare nuove lingue e vivere all’avventura.
Wanderlust: cosa significa?
Wanderlust è un termine tedesco, tradotto letteralmente significa “desiderio di vagabondare”.
La causa scatenante è nel DNA, esiste il “gene del viaggio” che è stato rinominato gene Wanderlust, diversi studi ne hanno dimostrato l’esistenza.
L’ultimo è stato pubblicato dalla rivista Evolution And Human Behaviour, dallo studio è emerso come il 20% della popolazione mondiale sia soggetto alla malattia Wanderluster.
Il gene del viaggio influisce sulla produzione di dopamina, condiziona i sentimenti di amore e rende affascinanti tutti quegli elementi che toccano l’esotico, il misterioso e l’inesplorato. Fa salire clamorosamente i livelli di curiosità e frenesia.
Chi è affetto dalla sindrome di Wanderlust presenta una voglia incontrollabile di libertà, di vivere come straniero e di uscire dalla propria zona di comfort affrontando situazioni ed esperienze che per la gran parte degli essere umani sono considerate folli, inusuali, particolari e creative.
I Wanderluster hanno la voglia di viaggiare che scorre nelle vene e sono ossessionati dal voler provare nuove esperienze di viaggio. Hanno sempre la valigia pronta, danno al denaro un valore diverso dall’ordinario, è solo uno strumento che permette di portarti da un posto ad un altro e ti permette di provare le emozioni dell’avventura; diverse avventure di viaggio le puoi trovare sul portale del traveler davidpinto.it.
Le persone affette da Wanderlust sono senza ombra di dubbio sognatrici, cercano emozioni forti sia per la mente che per il corpo con una conseguente crescita personale. Ritengono che la vita debba essere vissuta giorno per giorno godendone ogni piccolo dettaglio.
Recentemente il National Geographic, attraverso uno studio, ha dimostrato il carattere avventuroso dei Wanderluster: amano lanciarsi in nuove sfide, assaggiare cibi nuovi e confrontarsi con realtà e culture totalmente differenti da quelle che vivono nel loro quotidiano.
Wanderlust, mollo tutto per viaggiare
I Wanderlust presentano una sorta di richiamo della foresta, una voglia matta di superare barriere fisiche, culturali e mentali; sono cittadini del mondo.
Non hanno confini fisici, amano scoprire e cercano sempre la novità. Un viaggio non solo fisico, ma anche spirituale, alla ricerca della propria identità per dare un senso alla vita.
Sono a tutti gli effetti dei giramondi che vedono la vita ogni giorno in maniera differente, sanno trovare il bello in ogni situazione.
Hanno esperienze di vita molto profonde, non hanno delle regole fisse, vivono in armonia con la natura e sentono sulla propria pelle sensazioni di libertà. Un viaggio continuo alla scoperta di se stessi per acquisire nuove consapevolezze.
Il difetto più grande dei Wanderluster è che non si accontentano mai, sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli e di nuove avventure, conoscere sempre nuove persone e visitare sempre nuovi posti. Si presenta quasi come un viaggio che ha un inizio ma non una fine per scoprire dettagli che ai più passano inosservati.
Wanderlust, mollo tutto per viaggiare, questo è il loro motto, una vita fatta di passione, follia e un pizzico di incoscienza; dopotutto una vita senza esperienze non è degna di essere vissuta.
Molto spesso anche il mondo del cinema ha affrontato l’argomento. Per esempio nel 2012 è uscito un film di David Wain, con Jennifer Aniston e Paul Rudd, intitolato Wanderlust (Nudi e felici). Però il film di maggior successo su questo tema è senza ombra di dubbio Into the Wild (Nelle terre selvagge), dove Sean Penn racconta la storia di Christopher McCandless.