Frequentando proprietari di cani, capita spesso di sentire la fatidica frase “vorrei farle fare i cuccioli”, riferita chiaramente alla componente a quattro zampe della famiglia. A volte, questa decisione è motivata dal desiderio, comprensibile, di tenersi un discendente della nostra amica, altre dalla ingiustificata convinzione che una cagna “debba” fare i cuccioli almeno una volta nella vita.
Ma avere una cucciolata dalla propria cagnolina è un desiderio che coglie molti cinofili. Al di là delle valutazioni di ordine etico, che faremo tra poco, ci sono cose molto importanti da sapere, e da fare, per avviare nel modo migliore i nostri “nipotini pelosi” alla convivenza con il mondo degli esseri umani e degli altri cani. Sono cose semplici ma allo stesso tempo indispensabili, se vogliamo che crescano serenamente e possano essere felici loro e chi li porterà a casa con sé. Vediamole.
Due mesi è l’età giusta: mai cederli troppo presto
In primo luogo, dopo la gestazione del cane l’accortezza principale è questa: i cuccioli devono passare le prime otto settimane in compagnia della mamma e dei fratellini; questo per dar loro la possibilità di apprendere i segnali di comunicazione della propria specie, per esempio le posture di gioco, di sottomissione, l’inibizione del morso e tutto quel bagaglio di esperienze e di conoscenza che servirà per poter interagire in modo corretto con gli altri cani e con gli esseri umani. Cuccioli tolti alla mamma prima che abbiano avuto la possibilità di apprendere le regole del mondo canino hanno spesso problemi a rapportarsi con gli altri cani: non distinguono un invito al gioco da un’aggressione, non conoscono le posture da assumere per fermare un attacco da parte di un adulto eccetera. In sintesi, seri problemi nella vita futura.
Per dare le migliori chance ai nostri cuccioli, dobbiamo tenere ben presente che, secondo gli etologi, la maggior parte dei problemi comportamentali può essere dovuta a due carenze fondamentali nella fase di sviluppo del cane: mancanza di socializzazione e di assuefazione o abitudine. In parole povere, questo vuole dire che un cucciolo ha bisogno di fare la più vasta gamma di esperienze possibili in quello che sembra essere il periodo più favorevole, cioè quello che intercorre dalle tre alle nove/dodici settimane di vita.
Naturalmente questo non vuol dire che il piccolo vada catapultato in mezzo a una strada
o nel parco (a quell’età non hanno ancora la copertura assicurata dalle vaccinazioni e metteremmo a repentaglio la loro salute e anche la loro vita), ma che dovremmo avere l’accortezza di far manipolare i cuccioli da estranei e da bambini, naturalmente con garbo, di fargli ascoltare i rumori tipici di una casa (lavatrice, aspirapolvere, televisione, pentole, porte che sbattono eccetera) e, se la stagione lo permette, potrebbe essere una buona idea fargli trascorrere del tempo in giardino. Questo è anche il periodo migliore per presentargli altri tipi di animali, come i gatti, per allargare la sua socialità.