È ormai un’abitudine, non più un fenomeno legato a particolari occasioni promozionali, come potrebbe suggerire la popolarità di eventi quali il Black Friday. L’ascesa degli acquisti online non accenna ad arrestarsi, anche nel nostro Paese: nel 2019 il commercio elettronico ha generato un giro d’affari da 35,65 miliardi di euro, esclusivamente per quello che riguarda il B2C (Business To Consumer).
Secondo l’indagine annuale condotta dall’Ecommerce Foundation, su commissione della società tedesca Sap, in Italia la crescita sarebbe stata del 30% rispetto al 2018. I numeri si fanno ancora più interessanti se rapportati al 2015, in questo caso il balzo in avanti sarebbe del 140%.
Gli esperti sostengono che il segno più accompagnerà il settore ancora per qualche anno, almeno fino al 2023. Una fetta rilevante del mercato è riservata ai beni tangibili, anche se i servizi costituiscono una quota importante, oltre il 30%.
La convenienza, rispetto ai negozi tradizionali, molto spesso è significativa, ma ci si rivolge al web anche per altri vantaggi, come la comodità e i numeri di un’offerta che non ha equivalenti. In questo sterminato bazar digitale c’è spazio per qualunque prodotto, sebbene i settori che rivelano il maggior potenziale sono: elettronica, articoli per la cura della persona, elettrodomestici e il comparto alimentare.
C’è chi punta sul risparmio e chi preferisce l’alta qualità. La conferma giunge da tante piccole e grandi imprese che hanno creduto nel valore dell’artigianalità per emergere, come dimostra la selezione di panettoni De Val. Azienda che ci rimanda a un’altra variabile determinante per lo sviluppo nel commercio digitale: l’intermediazione.
Alcune realtà scommettono sulla vendita diretta, come appunto la Bottega De Val, altre ricorrono al contributo di intermediari, Eataly ed Everyitaly ne sono degli esempi. Si tratta di un fenomeno che rivela una strutturazione in senso capillare degli e-commerce.
Ciò può contribuire a un ulteriore sviluppo del comparto delle spedizioni e persino di quello immobiliare, per la necessità di magazzini in cui alloggiare i prodotti. La richiesta, da parte degli shop digitali, è concentrata su strutture che godono di un ottimo posizionamento.
La necessità di disporre di piattaforme logistiche riguarda soprattutto le grandi città, così da assicurare la consegna dei prodotti in tempi rapidi. Non è un caso che il mercato della logistica, nel nostro Paese, sia in piena espansione.
Consapevoli del trend, molte imprese stanno acquistando terreni da impiegare per progetti build to suit. Un quadro coerente con le rilevazioni dell’ufficio studi del Gruppo Tecnocasa, secondo il quale nel primo semestre del 2019 si sarebbe verificata una ripresa delle compravendite nel campo degli immobili per l’impresa.
In particolare, il settore dei capannoni è caratterizzato da un leggero aumento dei canoni di locazione e le aziende considerano talvolta persino l’acquisto dell’immobile. Sarà questo connubio tra digitale e spazi fisici a dare quell’impulso alla crescita di cui l’economia italiana ha bisogno?