In base ai dati CEMA, organizzazione europea per le macchine agricole, il mercato dei trattori in Italia cresce meno rispetto al resto d’Europa e, mentre per gli usati si assiste ad una vera e propria esplosione delle vendite, i nuovi modelli non incontrano i favori del pubblico.
I dati relativi al 2019 rilevano un complessivo aumento delle registrazioni in UE rispetto al 2018 ma, parallelamente, emerge una certa preoccupazione per il mercato italiano: le nuove registrazioni nel nostro Paese sono appena l’11% contro il 16% della Germania e il 14% della Francia.
Boom delle vendite di trattori agricoli usati: le cause
In Italia, nel 2019, la produzione agricola complessiva ha registrato un calo dell’1,3% su base nazionale, con una diminuzione del reddito complessivo, sempre su base nazionale, del 2,6%. Ciò significa che, a fronte di una situazione di tensione e crisi del mercato, prende forma l’equazione “meno reddito, meno investimenti”, che impatta direttamente non solo sull’acquisto dei trattori usati, ma anche sul numero delle imprese agricole italiane, che sono in costante diminuzione come rilevato dalle associazioni di settore. In un quadro così incerto, le aziende ancora attive e propense agli investimenti sono così costrette a preferire l’acquisto di macchinari usati (JBC e New Holland sono le marche che vanno per la maggiore), a discapito dei modelli più recenti.
L’esplosione nella vendita di trattori usati però, come evidenziato da Federunacoma, porta con sé non poche insidie: le macchine vecchie, infatti, sono meno sicure e molto più inquinanti dei nuovi modelli. Inoltre, l’intero comparto della meccanica agricola risente di contrazioni nelle vendite a livello nazionale, fortunatamente compensato da una costante crescita sui mercati internazionali. L’export nel 2018 è risultato complessivamente in crescita dell’1,5% rispetto ai dati del 2017 e si auspica che i dati relativi alla chiusura del 2019 siano altrettanto positivi e incoraggianti.
Per tentare di invertire la tendenza “pessimistica” su base interna, tanto le aziende agricole, quanto le imprese costruttrici di trattori, auspicano un aumento degli investimenti nel settore a livello nazionale che possa generare un incremento del reddito disponibile, una rinnovata fiducia nel futuro e, conseguentemente, nuovi input per gli acquisti.
Trattori agricoli usati: cosa succede nel resto d’Europa
Le prospettive per l’immediato futuro, come indicato dal CEMA (riunitosi a settembre 2019), sono poco incoraggianti per l’intera industria meccanica europea. Per i primi sei mesi del 2020 è atteso un calo complessivo degli ordinativi quantificabile nell’ordine del 30-40% soprattutto in Italia, Svizzera e Spagna; c’è preoccupazione anche per le commesse provenienti dal Regno Unito che, in relazione agli ultimi sviluppi della Brexit, appaiono in calo.
L’unico paese a mantenere un trend positivo sembra essere la Francia in cui, dopo molti anni di contrazione delle spese, gli agricoltori, forti delle nuove norme a livello governativo, hanno finalmente ripreso ad investire nell’acquisto di trattori agricoli di ultima generazione.