“I numeri ci dicono che l’epidemia è ancora in corso – così il ministro Roberto Speranza alla trasmissione di La7 DiMartedì del 28 aprile – seppure ci siano segnali che ci fanno sperare: si riducono le terapie intensive, è ridotta la pressione sui pronto soccorso”.
Dal ministro l’invito ad usare ancora cautela e prudenza, perché “il nemico non è sconfitto”. Le famiglie rappresentano ancora un luogo di contagio e la situazione continua ad essere critica soprattutto per gli anziani, nelle case di riposo e nelle Residenze sanitarie assistite RSA.
“Dobbiamo mantenere un profilo di grande attenzione sia dal punto di vista sanitario sia dei comportamenti individuali”.
Inizia la fase 2, si riparte ma con prudenza
Le nuove norme in vigore dal 4 maggio allentano la morsa del lockdown per un paese economicamente e psicologicamente in sofferenza, ma – precisa Roberto Speranza – “il governo non può mentire, non può nascondere che la curva è significativamente piegata, ma siamo ancora dentro l’epidemia.”
“Il messaggio della fase 2 è si riparte ma con prudenza. L’Italia ha adottato nella prima fase misure durissime, ora che l’indice del contagio è sceso possiamo iniziare ad andare verso un allentamento graduale delle misure restrittive. Alcuni paesi, che hanno riaperto, hanno registrato un nuovo incremento dei contagi e sono stati costretti a richiudere [notizia riportata da molti organi di stampa italiani, ma smentita dai dati, come evidenzia un accurato articolo de Il Post, ndr]. Il Paese vuole ripartire ma dobbiamo farlo con giudizio, monitorando l’evoluzione.”
Riattiviamo il motore produttivo del paese
“Abbiamo scelto di ripartire dal motore produttivo del paese, perché troppi giorni di fermo avrebbero fatto pagare all’Italia un prezzo troppo alto che sarebbe ricaduto anche sui cittadini italiani in termini di costi sociali. La logica è uno scenario complessivo, in cui si fanno passi graduali. L’indice di contagio dipende non solo dalle misure del Governo, ma anche dai comportamenti individuali; il senso di responsabilità di ciascuno è la vera chiave per vincere la sfida.”
“Il diritto alla salute – ha ricordato Roberto Speranza – è un diritto fondamentale e per tutelarlo è stato necessario limitare le libertà personali. Abbiamo fatto una scelta difficile che ha salvato la vita a molte persone”.