Mai come in questo periodo di quarantena forzata stiamo sentendo le parole smart working e smart worker. Purtroppo, come spesso accade in questi casi, queste definizioni corrono il rischio di essere abusate e utilizzate impropriamente. Infatti, si sta creando una sovrapposizione errata tra i termini telelavoro e smart working, che invece presentano più di una differenza l’uno dall’altro.
Vediamo insieme in cosa differiscono questi due concetti. Il telelavoro, semplicemente, permette al dipendente di eseguire i propri compiti e seguire il proprio orario a distanza, perlopiù da casa, garantendo, quindi, le stesse funzioni che si offrono quotidianamente sul posto di lavoro. Lo smart worker, invece, si colloca in una sfera di autonomia maggiore, creando una relazione lavorativa che si basa innanzitutto sul raggiungimento di risultati in sostituzione di una presenza, fisica o virtuale, da garantire nell’orario lavorativo.
Definizione ufficiale dello smart working
Proprio il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali definisce lo smart working, o lavoro agile, come “una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività”.
Avendone quindi definito gli aspetti principali, adesso possiamo occuparci di rispondere ad una domanda ancora più importante: come si diventa uno smart worker?
Smart worker si nasce o si diventa?
Si potrebbe dire che smart worker si nasce e non si diventa, poiché è fondamentale avere una predisposizione naturale al raggiungimento di risultati in autonomia. Nonostante questo, bisogna anche individuare gli step più adatti per acquisire le competenze richieste e affinare le proprie capacità. Quindi, è essenziale scegliere un piano di studi che si orienti dal principio in questa direzione, dalla laurea triennale alla specialistica, fino alla scelta di un corso post-laurea, come un master in web marketing offerto, ad esempio, da università come Unicusano, che possano dotare ciascuno degli strumenti migliori per intraprendere questa strada.
Tutti hanno i propri diritti
Se, come si dice in generale, non si smette mai di imparare, questa regola vale ancora di più per questa categoria che, come suggerisce il nome, deve essere attenta a rimanere sempre intelligente e vigile. Bisogna quindi far attenzione alle insidie che si nascondono dietro ad una modalità di lavoro apparentemente semplice da gestire. Perciò è importante adottare degli accorgimenti fondamentali per far fronte ai rischi di isolamento e sovraccarico di lavoro. Inoltre, è necessario sapere che anche gli smart worker, così come i lavoratori dipendenti tradizionali, hanno i loro diritti che si possono ritrovare nella legge sul Lavoro autonomo (22 maggio 2017, n. 81) in cui vengono regolati i rapporti tra il datore di lavoro e il lavoratore subordinato.
Per concludere, tutti coloro i quali non vogliono fare “il posto fisso” nella vita (come diceva Checco Zalone nel film Quo Vado?) e hanno bisogno di altre motivazioni, oltre le otto ore canoniche, per mettersi in gioco al meglio, posso prendere in considerazione questo percorso.