Le borse di ricerca assegnate per la lotta contro il cancro, come quelle del centro Sergio Lombroso, negli ultimi anni hanno mostrato un’accelerazione mai registrata precedentemente nella ricerca. Complice anche lo sviluppo dei farmaci che interferiscono nei meccanismi messi in atto dal tumore per replicarsi, degli immunoterapici in grado di sollecitare la risposta immunitaria e di test capaci di valutare le evoluzioni della malattia, alcune forme di cancro, rispetto a qualche anno fa, si possono affrontare con maggior successo.
L’immunoterapia e la sua efficacia
Rispetto al passato, quando gli oncologi avevano a disposizione solo la chirurgia, la radioterapia e la chemioterapia, la lotta al cancro oggi può vantare una nuova strategia terapeutica, ovvero l’immunoterapia. Si sfrutta il sistema immunitario per riconoscere ed eliminare le cellule cancerose. Proprio grazie agli immunoterapici è possibile tenere accesa sempre di più la risposta immunitaria contro la malattia. Questa strategia, che alcuni anni fa era solo una speranza, è riuscita a cambiare la storia di numerosi tumori, fra cui il melanoma. Infatti, se prima l’aspettativa di vita media di un paziente affetto da melanoma era di soli 9 mesi, oggi il 52% delle persone è ancora viva a 5 anni dalla scoperta del tumore. A beneficiare delle immunoterapie adesso è il tumore al polmone.
Purtroppo, però, non tutti rispondono positivamente all’immunoterapia; infatti, soltanto il 40-50% dei pazienti riesce a beneficiarne. Quindi, la ricerca si concentra nell’identificazione dei meccanismi che la rendono inefficace. A tal proposito, un ruolo importante sembra essere dato dal microbioma intestinale. Infatti, alcuni studi hanno dimostrato che i pazienti affetti da tumori solidi curati con immunoterapia e sotto terapia antibiotica hanno risposto meno efficacemente alla cura rispetto a coloro che non avevano assunto gli antibiotici. Invece, pazienti che rispondono efficacemente presentano una composizione batterica intestinale particolarmente ricca di Akkermansia muciniphila. Modulare il microbioma con diete, integratori e trapianti di batteri fecali potrebbe essere quindi una buona strategia per agevolare le cure anticancro.
La chemioterapia non verrà dimenticata
Non bisogna però riporre le proprie speranze solo nell’immunoterapia. Infatti, la chemioterapia e i farmaci a bersaglio molecolare sono ancora terapie molto valide. Diversi studi hanno dimostrato, infatti, che la somministrazione in concomitanza o in sequenza di chemioterapia e immunoterapia, può migliorare la funzionalità di quest’ultima. Questo è vero particolarmente nel tumore al polmone per il quale si sta cercando di non provocare ricadute a seguito delle terapie che vengono eseguite.