Stiamo parlando dell’idrolisi alcalina: la nuova frontiera delle sepolture. Questa metodologia, grazie ad una tecnica particolare di liquefazione, permette dopo la morte di essere eco-friendly. Quindi, se avete sempre cercato di proteggere la natura, vagliate anche questa tecnica che dissolve le salme in una soluzione di acqua con idrossido di potassio ad alta temperatura. L’effetto sui corpi è lo stesso che si avrebbe con la tradizionale sepoltura nel terreno ma con la differenza che invece di 15 anni, ci vogliono solo poche ore.
Questa pratica, comunque, non è una novità, infatti l’idrolisi alcalina viene utilizzata da circa 40 anni per le cavie da laboratorio.
I vantaggi della bio-cremazione
Non ci abbiamo mai pensato, probabilmente, ma i defunti rappresentano delle vere e proprie bombe ecologiche come dice la ricerca della Federazione europea servizi funerari, la quale ha sottolineato che un cimitero ad inumazione rilascia le medesime sostanze tossiche delle discariche urbane. Causa di inquinamento sono la formaldeide utilizzata per imbalsamare, il materiale non biodegradabile delle bare e i componenti derivanti dalla decomposizione delle salme.
Neanche la sempre più acclamata cremazione (clicca qui per informazioni dal sito di Cattolica San Lorenzo) sembra in grado di diminuire i danni ambientali, infatti secondo gli esperti di Natural Death, per incenerire una salma si liberano nell’aria 200 kg di CO2. Non trascurabili neanche le conseguenze sul territorio, infatti il 19% del mercurio che si trova nell’ambiente deriva da pratiche di sepoltura o cremazione errate che non smaltiscono in maniera adeguata le otturazioni dentali.
La Chiesa Cattolica obietta
I motivi che fanno passare in secondo piano il rispetto per l’ambiente hanno soprattutto carattere morale e si basano sul modo in cui avviene lo scioglimento e il conseguente smaltimento della salma. Infatti, dopo la dissoluzione, i corpi verrebbero smaltiti mediante un impianto da trattamento delle acque reflue. Questa, per la Chiesa, è una sorte inaccettabile e, difatti, sta combattendo fermamente la tecnica.
Gli ambientalisti rispondono
Ovviamente non è semplice trovare una dignità nella decomposizione di un defunto. Su questo sono d’accordo anche tanti sostenitori dell’idrolisi alcalina. Finire la propria vita trasformandosi in un litro d’acqua torbida non è proprio un destino decoroso, ma non lo è nemmeno trasformarsi in un pugnetto di cenere o lasciarsi decomporre. La verità, quella degli ambientalisti, è che nulla può salvarci dalla nostra fine ma forse, visti i danni della nostra Terra, ci possiamo consolare nel fare ancora qualcosa per il futuro e scegliere un ultimo addio meno contaminate possibile.