Ormai è praticamente certo: le pensioni con Quota 100 non verranno rinnovate dopo la naturale scadenza, che avverrà il 31 dicembre del 2021. La conferma ufficiosa è arrivata da più parti in risposta a quanti (Paesi Bassi su tutti) chiedono con forza al governo italiano di eliminare un provvedimento che si è rivelato troppo oneroso per le casse dello Stato. Ma cosa succederà quando l’anticipo pensionistico terminerà? Quali alternative sono in programma per il dopo Quota 100?
Pensioni Quota 100: cosa succederà dopo?
La pandemia da coronavirus ha costretto l’esecutivo a bloccare tutti i tavoli di trattativa avviati a febbraio con le parti sociali. Il dibattito sta quindi gradualmente riprendendo, seppur con scenari molto diversi: la crisi economica causata dall’emergenza sanitaria ha messo sul piatto un nuovo elemento che non si può certamente ignorare. La strada verso una riforma pensioni equa sembra quindi molto in salita.
Pensioni Quota 100: rischio Fornero bis?
L’obiettivo è sempre quello di garantire una flessibilità in uscita adeguata, con un anticipo pensionistico meno gravoso di Quota 100, cercando allo stesso tempo il tanto agognato superamento della legge Fornero (che ricordiamolo: fa andare in pensione a 67 anni, con 20 di contributi, oppure una volta maturati 41 anni e 10 mesi di contributi, per le donne, o 42 anni e 10 mesi, per gli uomini).
Cosa, però, che sembra più complessa del previsto. E a lanciare l’allarme è Alberto Brambilla, presidente del Centro studi e ricerche Itinerari previdenziali, che denuncia come le politiche assistenziali adottate dal governo durante l’emergenza sanitaria porteranno l’Italia a subire il costante ricatto dei paesi più forti, come la Germania; a pagare il prezzo più alto – secondo Brambilla – sarà proprio la riforma pensioni e, in particolare, le pensioni anticipate mal viste dall’Europa. Ecco perché il dopo Quota 100 rischia dunque di diventare in realtà una Fornero bis.