Nel 2019 era stata introdotta in Italia una via pensionistica anticipata rispetto a quella di vecchiaia, la cui soglia minima d’età è fissata a 67 anni. L’hanno chiamata Quota 100 e vi hanno avuto accesso tutti i cittadini con almeno 38 anni di contributi con un’età anagrafica minima di 62 anni. L’assegno pensionistico, comunque, perdeva dal 2 al 14 per cento. Con la Legge di Bilancio 2021 questa opzione potrebbe essere sostituita da Quota 102 o da Quota 41. Ma sono davvero convenienti?
Quota 102 e Quota 41: come funzionano
Quota 100 è un’opzione pensionistica introdotta in via sperimentale per un triennio, ma potrebbe non essere confermata nel 2021. Infatti, grazie alla riforma delle pensioni alla quale sta lavorando il Governo, dovrebbero essere introdotte alcune novità: Quota 41 e Quota 102.
Quota 41 è un anticipo pensionistico che non prevede limiti di età, ma soltanto 41 anni di contributi. In questo caso il taglio sull’assegno mensile potrebbe raggiungere il 10%. Questa possibilità, però, resterebbe riservata soltanto ai lavoratori precoci o fragili (ad esempio malati immunodepressi, riceventi o in attesa di trapianto, diabetici, cardiopatici pazienti in dialisi).
Quota 102, invece, è un anticipo pensionistico al quale possono accedere i cittadini con 64 anni di età e con un’anzianità contributiva di 38 anni. Alcune stime, inoltre, rivelano che accedendo a questa opzione la riduzione dell’assegno mensile sarebbe di circa il 4% (nel caso di un anno di anticipo), ma potrebbe raggiungere anche il 15% (nel caso di 3 anni e 8 mesi di anticipo).