Anche gli asintomatici risultati positivi al tampone per coronavirus sono contagiosi: uno studio rivela, infatti, che la carica virale di Sars-Cov-2 è la stessa sia nelle persone con sintomi sia in quelle senza sintomi. Infatti, è proprio questo numero a determinare quanto una persona è contagiosa: la carica virale.
Coronavirus: cos’è la carica virale?
Per capire il grado di contagiosità di un paziente positivo al coronavirus occorre valutare la carica virale, cioè il numero di copie di materiale genetico di coronavirus che è presente in un millimetro di materiale biologico.
Secondo il virologo Francesco Broccolo, dell’Università Milano Bicocca e direttore del laboratorio Cerba di Milano, “nell’’80% dei casi positivi è ormai superiore a un milione“.
La carica virale, inoltre, non determina solo la contagiosità di un positivo (all’aumentare di questa aumenta infatti anche la capacità di contagiare altre persone), ma determina anche la possibilità di sviluppare una malattia più seria.
Nell’analizzare i tamponi in laboratorio esiste, infine, un metodo per individuare il valore della carica virale: si chiama CT, Cycle threshold (ovvero “ciclo-soglia”). Il tampone, infatti, misura la positività o meno di una persona attraverso un processo chiamato “reazione a catena della polimerasi (PCR)”, mentre il valore CT è il numero di cicli necessari per valutare la positività di un soggetto. Se il CT non viene visualizzato dopo 37-40 cicli, il test è negativo; altrimenti è positivo.