Il ministro della Salute Roberto Speranza, nel corso della riunione con le Regioni, ha annunciato l’inizio di una fase di sperimentazione, in cui sarà possibile effettuare i test salivari rapidi in farmacia.
“In farmacia si fanno già i test sierologici in alcune regioni – ha dichiarato Speranza -, proviamo a fare una sperimentazione come sta avvenendo a Trento per effettuare gli antigenici anche in farmacia”.
In accordo con le Regioni, che hanno chiesto di semplificare le procedure di tracciamento, è stata infatti ridotta la quarantena a 10 giorni ed eliminato il secondo tampone; Speranza ha inoltre dichiarato che si sta lavorando a una convenzione con i medici di base in modo tale che possano effettuare i tamponi rapidi che il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri sta acquistando: “Siamo disponibili a trovare nuovi ambiti di intervento specifici”, conclude Speranza.
Dovrebbe andare in porto quindi l’accordo sui test rapidi fatti dai medici di famiglia. La nuova normativa prevede, infatti, l’adesione volontaria dei camici bianchi e una possibile aggiunta contrattuale all’accordo collettivo di lavoro dei medici di base. I test rapidi verranno effettuati fuori dall’orario di lavoro.
Il ministro Boccia vuole potenziare le attività di tracciamento
Nel corso della riunione con le Regioni, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia ha annunciato un contingente di duemila operatori per potenziare le attività di tracciamento – “che non arrivano né da aziende ospedaliere pubbliche né private, perché non possiamo chiedere a nessuno di privarsi delle proprie risorse in questo momento” – che verranno scelti mediante un bando della Protezione civile: 1.500 saranno destinati a effettuare tamponi, test e tracciamento, mentre i restanti 500 lavoreranno sulla richiesta di informazioni e sulle procedure da seguire correttamente.
Il ministro Boccia si rivolge a tutti i “liberi professionisti o a coloro che non hanno un’occupazione fissa, ad autonomi che hanno caratteristiche che individuiamo insieme alle Regioni e potranno lavorare fino al termine dello stato di emergenza sanitaria”.