Una nuova scuola quella ai tempi del coronavirus: nel nuovo Dpcm del premier Conte non poteva mancare il tema della didattica, sempre al centro dell’attenzione del Governo. Da lunedì 26 ottobre, infatti, sono molti i cambiamenti ai quali gli istituti scolastici dovranno uniformarsi. Ecco tutte le nuove normative.
Nuovo Dpcm: cambia anche la scuola
Nonostante alcune Regioni avessero già adottato provvedimenti proprio in merito alla scuola, con il nuovo Dpcm del premier Conte cambiano le regole.
Infatti, le nuove normative nazionali prevedono l’introduzione della didattica a distanza almeno per il 75% delle scuole superiori, “anche qualora le ordinanze regionali rechino un limite inferiore”. Resteranno invece in presenza le lezioni per le scuole medie, elementari, le scuole materne e gli asili nido.
Le normative regionali
La Campania aveva già adottato precedentemente un provvedimento attraverso il quale introdurre la didattica a distanza per tutte le scuole di ogni ordine e grado. Tale provvedimento non verrà modificato dal nuovo Dpcm.
I casi di Lombardia, Calabria e Sicilia sono differenti: qui era prevista didattica a distanza solo per il biennio e il triennio delle superiori. Con il nuovo Dpcm, però, anche in questo caso non cambia nulla.
Infine, la Puglia – che aveva disposto la didattica a distanza soltanto per il triennio delle superiori – dovrà estendere l’ordinanza anche al biennio.
I presidi dicono No
“Ad oggi, e lo dico ragionando sui dati diffusi, ridurre la frequenza a scuola che non è luogo di contagio, o comunque lo è meno di altri, è un controsenso”, ha detto Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi.
“In questi sei mesi – ha poi aggiunto – non si è fatto nulla per potenziare la medicina territoriale e il sistema dei trasporti. Auspico che questo venga fatto ora con i fondi appositamente stanziati, in modo che non venga compromesso del tutto questo anno scolastico e con esso il diritto allo studio dei ragazzi delle scuole superiori”.