Pensioni

Ferruccio De Bortoli, giornalista ed ex direttore del Corriere della Sera, analizza la situazione delle pensioni in prospettiva futura: la spesa per le pensioni in Italia è elevata e questo si ripercuote sul futuro delle future generazioni.

PIL e Spesa pensionistica

Su “L’Economia” allegata al numero del Corriere della Sera oggi in edicola, De Bortoli scrive: “Il rapporto tra spesa pensionistica e prodotto interno lordo raggiungerà il record del 17,1% a fine 2020 e resterà intorno al 16% per gli anni successivi. Nell’Eurozona è oggi al 13%. Solo fra un quarto di secolo, se andrà bene, vedremo ridursi il peso relativo della previdenza pubblica sulla ricchezza prodotta. Abbiamo costituito, complice la crisi, un’ipoteca sul futuro ancora più onerosa”.

Il divario è il più alto della media europea e questo costituisce un gravoso fardello sul futuro dei giovani.

In sintesi: più il PIL cresce, più le pensioni aumentano e viceversa. Con la crisi da coronavirus la prospettiva non è della più rosee ma a tutela di chi andrà in pensione nei prossimi anni, nel 2015 era stato istituto un ammortizzatore per le pensioni: “Il coefficiente di rivalutazione del montante contributivo, come determinato adottando il tasso annuo di capitalizzazione, non può essere inferiore a uno, salvo recupero da effettuare sulle rivalutazioni successive”.

Nel 2018 la spesa totale pensionistica ha raggiunto i 293 miliardi di euro, circa il 16,6 per cento del Pil che corrisponde a più di un terzo (34,3 per cento) della spesa pubblica, che in quell’anno ha superato gli 854,6 miliardi di euro. Secondo L’Ocse, si stima un crollo del Pil del 10,5%, secondo il FMI del 9,7% e secondo Bruxelles del 9,2%. La conseguenza di tutto questo si riverserà sui giovani e su chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995.

Fondi pensione: spesso non vengono versati

Un altro aspetto sollevato da De Bortoli riguarda i fondi pensionistici che, molto spesso, non vengono versati dagli aderenti. Secondo i dati pubblicati dall’ultima relazione della Covip, Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione, più di un quinto degli aderenti non versa le quote. Se si incentivassero delle agevolazioni fiscali legate ai fondi, si potrebbe ritornare a far quadrare il bilancio.

I giovani e i fondi pensione

Infine, tra le nuovi generazioni, pochissimi sono coloro che scelgono di sottoscrivere un fondo pensione che andrà ad arricchire il magro assegno pubblico (che, ricordiamo, è il 70% dell’ultimo stipendio recepito): chi aderisce a un fondo pensione, in media, ha infatti un’età compresa tra i 40 e i 55 anni.

De Bortoli, come soluzione, propone l’estensione della deducibilità fiscale sui fondi pensione anche fuori dalla famiglia, in modo tale che chi lo desidera possa contribuire al sostegno delle nuove generazioni.