Venerdì 23 ottobre scorso, a seguito del lockdown voluto dal presidente della regione Vincenzo De Luca, si è scatenata una guerriglia tra i manifestanti e la polizia a Napoli.
Cosa è successo
Tutto è iniziato con una manifestazione pacifica, partita dal quartiere centrale di Santa Lucia: il corteo di manifestanti era formato da commercianti, ristoratori e imprenditori danneggiati dalla chiusura delle attività di ristorazione e dalle misure restrittive imposte per contenere l’epidemia da coronavirus.
Durante la marcia, improvvisamente, si sono aggiunti al corteo gruppi numerosi di scooter e moto, che hanno iniziato a scatenare il caos, come ha indicato nella ricostruzione dei fatti Francesco Piccini, il direttore di Fanpage, ieri sera a “Non è l’Arena”, condotto da Massimo Giletti.
Da quel momento, la manifestazione si è trasformata in uno scontro con le forze dell’ordine: aggressioni dei poliziotti, scontri, atti vandalici si sono susseguiti per più di due ore da quando il misterioso gruppo di invasori si è infiltrato nel corteo.
Dietro c’è il disagio sociale, non la Camorra
Secondo Roberto Saviano, intervistato in un video visibile sulla loro pagina, i commercianti indossavano la mascherina regolarmente e protestavano per denunciare l’assenza dello Stato e di un piano efficace.
Smentisce poi le ipotesi, avanzate da diverse testate, che gli infiltrati responsabili degli scontri fossero affiliati di clan camorristici e legati alla criminalità organizzata e dà la colpa piuttosto a De Luca e alla politica inefficace: “I clan dal lockdown hanno vantaggio, guadagnano da questo disagio. Quello che sta accadendo, invece, è che la situazione è drammatica, ma non solo per la pandemia, anzi, soprattutto per una politica inadeguata. De Luca si mostra il salvatore della patria, ma negli ultimi cinque anni ha smantellato la sanità e adesso non può fare altro che mettersi paura per quello che lui ha fatto”.
Continua poi identificando la natura dei gruppi di infiltrati: “La manifestazione è stata infiltrata da ultrà, pregiudicati, tutto il mondo no-mask che abbiamo visto in questi ultimi mesi delirare con posizioni solite, ‘il Covid è un’invenzione, dietro c’è Big Pharma, la Cina, il 5G’ e chissà quale altra cospirazione. Ma attenzione, ridurre tutto a un problema di ordine pubblico, a un manipolo di pseudo camorristi che hanno voluto ‘inzolfare’ la rabbia scontrandosi con la polizia, è riduttivo”.
Da Napoli al resto del mondo
Infine, conclude Saviano nei due minuti di video: “I focolai smetteranno di essere soltanto focolai epidemici, poi diventeranno focolai politici e di rivolta, il paese è stanco di vedere i virologi litigare, i giornali dire tutto e il contrario di tutto in nome della scienza e, soprattutto, un’incapacità amministrativa gigantesca. Ecco quello che succederà. Oggi a Napoli, domani nel resto d’Europa”.
Quello che è accaduto a Napoli, secondo il “principio di emulazione”, potrà accadere anche in altri Paesi, a causa della disperazione della popolazione e delle risorse non adeguate messe a disposizione dai governi.