Sono sempre meno gli italiani che scelgono di versare contributi per una pensione integrativa: 23 su 100 per l’esattezza. Chi sceglie questo tipo di integrazione pensionistica, inoltre, spesso versa poco, si iscrive tardi e alla fine ritira quanto versato in un’unica soluzione. Conviene davvero aprire un fondo pensionistico integrativo?
Pensione integrativa: conviene davvero?
L’incertezza sul futuro e la mancanza di possibilità di lavoro attuale spingono a non intravedere speranze e a non coltivare positività. Nonostante questo, però, ancora pochi italiani scelgono di aprire una pensione integrativa, ovvero di versare annualmente o mensilmente contributi aggiuntivi che andranno a rendere la pensione più cospicua.
Solo 23 italiani su 100 (meno di uno su quattro) decidono di iscriversi, versare, ma alla fine spesso si ritrovano a ritirare quanto messo da parte dopo anni.
Questo è quanto emerge da un progetto realizzato da Moneyfarm in collaborazione con Progetica. “I dati emersi da questa prima parte del progetto di ricerca sulla previdenza dimostrano la gravità della situazione nel nostro Paese – commenta Andrea Rocchetti, head of investment advisory di Moneyfarm -. La consapevolezza è l’unica arma di difesa che tutti i cittadini possono utilizzare per tutelare il proprio futuro. Proprio per questo abbiamo pensato a una serie di iniziative per cercare di stimolare la conoscenza sugli squilibri del sistema pensionistico Italia e sull’inadeguatezza delle soluzioni pubbliche”.
Una stima realizzata sempre da Moneyfarm ha calcolato una profilo medio di 8 uomini e donne che andranno in pensione tra il 2027 e il 2062: per loro la pensione potrebbe valere metà dello stipendio, nonostante abbiano magari lavorato dai 25 anni in poi.