Secondo i dati dell’istituto di statistica, il tasso di rivalutazione per gli assegni del prossimo anno potrebbe essere nullo. Non c’è ancora una conferma ufficiale che, però, potrebbe arrivare a fine mese, ma l’elaborazione dei dati Istat confermano questo trend. Quindi il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che fissa la percentuale del prossimo anno, non potrà essere emanato.
Alla fine dell’anno, grazie ai dati Istat basati sui prezzi di beni primari, si procede alla perequazione. Ed è qui che nasce il problema: infatti, la perequazione dovrebbe adeguare periodicamente le pensioni all’inflazione calcolando i prezzi in base ai consumi delle famiglie, per poter mantenere invariato il potere d’acquisto delle pensioni.
Pensioni: i dati Istat
Secondo i dati Istat, quest’anno non sarà possibile adeguare i prezzi perché risultano essere negativi. Questo significa che il costo della vita, durante il 2020, non è aumentato e che, quindi, non è necessario un aumento. Ovviamente la pensione non subirà alcun ritocco in negativo e rimarrà invariata.
Tuttavia le perplessità legate a questo calcolo matematico, e non legato ad altro andamento, rimangono e bisognerà attendere, in via definitiva, la fine dell’anno per un eventuale ripensamento.
Rimane la buona notizia dell’aumento della tredicesima mensilità che i pensionati Inps vedranno conteggiato sul cedolino.