Novembre è un mese decisivo per chi recepisce la pensione di invalidità: è previsto infatti un aumento dell’assegno per la mensilità di novembre 2020 più l’aggiunta degli arretrati. L’operazione è chiamata “incremento al milione”.
Conferma dell’aumento della pensione di Invalidità per novembre e dicembre
La conferma dell’aumento della pensione di invalidità è arrivata direttamente dalla ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, che ha annunciato sul suo profilo Facebook: “Da domani, 1 novembre, l’Inps effettuerà i pagamenti delle pensioni di invalidità civile al 100% con l’aumento che il Governo ha introdotto nel Decreto Agosto”.
La pensione di invalidità è recepita da quei cittadini dai 18 anni in su in condizioni di invalidità totale (circa 200 mila persone). Da novembre viene riconosciuto un aumento dell’assegno che passerà da 285 a 650 euro (a seconda degli scaglioni di reddito previsti dalla legge). All’importo aumentato, inoltre, saranno aggiunti gli arretrati calcolati dal 20 luglio scorso.
Pensioni di invalidità: quanto è l’aumento e a chi spetta
Con la circolare n.107 del 23 settembre 2020, l’Inps aveva già specificato che l’aumento per l’anno 2020 è fino a 651,51 euro per 13 mensilità, se si soddisfano le condizioni reddituali indicate, ovvero, nello specifico: il reddito annuo non deve superare gli 8.469,63 euro per i beneficiari non coniugati e i 14.447,42 euro, cumulati con il coniuge, per quelli coniugati.
Nella comunicazione n.3960 del 28 ottobre 2020, l’Inps ha poi comunicato che l’aumento verrà conseguito nelle mensilità di novembre e dicembre. Con l’aumento saranno erogate anche le competenze arretrate dovute dal 20 luglio 2020, quindi sarà liquidità la somma relativa agli ultimi giorni di luglio e ai mesi di agosto, settembre e ottobre.
Viene poi anche spiegato con chiarezza cosa fare nel caso di ricostituzione reddituale, che si verifica nel momento in cui i redditi personali abbiano subito una variazione nel corso del 2020.
In questo caso l’Inps non eroga in automatico la maggiorazione dell’assegno è l’interessato deve quindi presentare una domanda amministrativa di ricostituzione reddituale, utilizzando i canali messi a disposizione dall’Inps.
In alternativa si può inoltrare la domanda alla struttura territoriale di competenza o a un istituto di patronato regolarmente abilitato a prestare tale servizio di assistenza.