Lavoratori metalmeccanici in sciopero per il rinnovo del contratto scaduto nel 2019: i sindacati riferiscono di aver raggiunto punte di adesione fino all’80-90%.
Lo sciopero di oggi è stato caratterizzato dall’assenza di veri e propri cortei, ma c’è stata un’attenta organizzazione dei presidi nel rispetto delle norme anti-Covid: così i lavoratori del settore metalmeccanico si sono coordinati per esprimere il loro dissenso per il mancato rinnovo contrattuale.
I leader dei sindacati Fim, Fiom e Uilm chiedono la riapertura delle trattative con Federmeccanica, interrotte ad inizio ottobre senza trovare un accordo sugli aumenti salariali. Le richieste avanzate sono state giudicate insostenibili dalla rappresentanza delle aziende a causa dello stato di crisi attuale generato dalla pandemia Covid-19.
Sciopero metalmeccanici: le richieste
La richiesta sindacale era stata presentata a Roma nel mese di ottobre e, nello specifico, chiedeva:
- aumento salariale dell’8% sui minimi (circa 145 euro al mese in media);
- valorizzazione della formazione dei lavoratori;
- rafforzamento del Welfare Integrativo;
- maggiore attenzione in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro;
- un sistema di relazioni industriali partecipative (fondato sulla reciprocità dei rapporti).
Al riguardo è intervenuta la ministra del lavoro Nunzia Catalfo la quale si è dichiarata disponibile a mediare, agevolando entrambe la parti a superare l’ostacolo che impedisce il rinnovo del contratto. La stessa Catalfo assicura l’inserimento nel Recovery Plan di un’altra misura da tempo richiesta dalle tre sigle sindacali: la detassazione degli aumenti salariali previsti dal contratto.