Joe Biden è il nuovo Presidente degli Stati Uniti, dopo una lunga carriera in politica. Durante questa, però, il nuovo capo della Casa Bianca ha commesso degli errori di valutazione.
Biden: la storia dietro la legge contro la violenza sulle donne
Quando fu Presidente della Commissione giudiziaria del Senato, nel 1991, supervisionò la conferma del giudice Clarence Thomas alla Corte Suprema, successivamente allo scandalo di accuse di molestie sessuali contro il magistrato. In questa occasione, Biden si trovò ad organizzare un’audizione televisiva della sua accusatrice, Anita Hill, che si trasformò in un pessimo esempio di giustizia: infatti la professoressa di legge fu osteggiata da una giuria di soli uomini. Questo incidente segnò profondamente Biden, per il quale si scusò pubblicamente e, solo dopo tre anni, propose lui stesso una legge contro la violenza sulle donne. È la legge di cui egli, a posteriori, si definirà “il più orgoglioso”.
Biden e il Crime Act
Un altro passo falso del nuovo Presidente è stato compiuto nel 1994, con l’emanazione del Crime Act. Passata in un momento in cui il crimine stava devastando parti della società americana, questa norma segna un consenso trasversale ad un approccio molto repressivo e, oggi, viene considerata una delle cause dell’esplosione del numero di detenuti negli Stati Uniti, per la maggior parte afroamericani.
Biden e la guerra in Iraq
Infine, un altro “errore”, a detta dello stesso Biden, fu quello di aver votato nel 2002, da Presidente della Commissione Esteri, a favore dell’autorizzazione della guerra in Iraq, dopo aver organizzato l’audizione di molti testimoni che hanno portato l’opinione pubblica a credere, erroneamente, che il regime di Saddam possedesse armi di distruzione di massa.