Scuola

Tra le novità previste dall’entrata in vigore della Buona Scuola, oltre alla riforma del percorso di formazione e reclutamento, vi era anche la riforma delle classi di concorso, un riordino atteso da molti anni.
Ma cosa sono le classi di concorso nella scuola? Si tratta di un elenco di requisiti accademici utili per poter accedere all’abilitazione all’insegnamento nella scuola secondaria, sia di primo che di secondo grado.

Le 3 novità della riforma delle classi di concorso

La riforma ha previsto tre grandi cambiamenti rispetto al passato. Innanzi tutto, l’aggiornamento delle classi di concorso tiene conto delle modifiche ordinamentali relative sia agli insegnamenti della scuola secondaria, sia alle lauree che costituiscono titolo di accesso ai percorsi abilitanti per l’insegnamento; in più ha previsto l’accorpamento di alcune classi di concorso assimilabili, per rendere così più efficiente l’occupazione dei docenti. Infatti il numero delle classi è passato, rispetto al passato, da 168 a 114. Infine, il terzo cambiamento riguarda l’aggiunta di 11 nuove classi di concorso. Queste sono: Storia della musica, Strumento musicale negli istituti di istruzione secondaria di II grado, Tecnica della danza classica, Tecnica della danza contemporanea, Tecniche di accompagnamento alla danza, Tecnologie musicali, Teoria, analisi e composizione, Lingua italiana per discenti di lingua straniera, Scienze e tecnologie della calzatura e della moda, Scienze e tecnologia della logistica, Teoria e tecnica della comunicazione.

Perché c’è bisogno di nuove classi di concorso

Le nuove classi di concorso, che interessano principalmente le discipline musicali, gli indirizzi di calzature, di moda, di grafica e di comunicazione, sono indispensabili per conformare i percorsi di abilitazione alle recenti modifiche ordinamentali, in particolare dopo la nascita dei licei musicali e coreutici. Una grande novità è l’introduzione della classe A-65 Teoria e tecnica della comunicazione, che mette l’accento sull’importanza del settore della comunicazione, in particolare quella digitale, nel mercato del lavoro in termini di prospettive occupazionali. L’esigenza, invece, di introdurre la nuova classe A-23 Lingua italiana per discenti di lingua straniera è data da ragioni sociali, in particolare dalla presenza sempre più rilevante di alunni stranieri nelle classi.