È di ieri la notizia del primo cane italiano che ha contratto il Covid-19. Si tratta di una barboncina di un anno. È un cane domestico, la sua famiglia vive a Bitonto ed è composta da quattro persone risultate tutte positive ma asintomatiche. La cagnolina risulta essere in buone condizioni e non presenta sintomi.
I cani non possono infettare l’uomo
La scoperta si deve all’infettivologo Nicola Decaro, ordinario di Malattie Infettive nel Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari. Lo scienziato, fratello del sindaco di Bari Antonio Decaro, già da febbraio si occupa di studiare le tracce del virus negli animali domestici.
Il dottor Decaro, dalle pagine di Repubblica, invita a non allarmarsi, il cane sarebbe stato contagiato dagli umani e non sarebbe in grado di infettare: “Stavolta abbiamo avuto diversi tamponi positivi: una quindicina fra quelli nasali, orali e rettali. Ma il titolo virale è risultato molto basso. Significa che il cane non è in grado di infettare, perché anche se viene contagiato, il virus è presente in quantità modeste, per intenderci. Dunque si conferma quanto era già noto sulla base della letteratura scientifica internazionale”.
Il primo caso di covid-19 riscontrato in un cane
Il primo caso di cane positivo al Covid-19 è stato riscontrato in Cina, durante la prima ondata, nel mese di marzo. Si trattava di un volpino di pomerania, la cui proprietaria residente ad Hong Kong aveva sviluppato i sintomi intorno alla metà di febbraio e così aveva iniziato un periodo di isolamento in compagnia del suo cane.
Le autorità sanitare intervenute hanno ritenuto corretto effettuare il tampone anche al cane, scoprendo così che aveva contrattato il coronavirus, ma con una carica virale bassa, tanto da non poter propagare il contagio.
Il virus nei gatti
Nei gatti è stato riscontrato un numero maggiore di contagi, ma anche loro non rappresentano un rischio per l’uomo.