L’ambito culturale e creativo, in questo periodo di pandemia, ha subito un colpo gravissimo. La nuova chiusura, inoltre, ha indebolito ulteriormente il settore, mettendo a rischio la maggior parte dei posti di lavoro.
Eventi, venue-based e il distanziamento sociale
Le dinamiche variano da un sotto-settore all’altro, ma il distanziamento sociale è il fattore che ha colpito maggiormente le attività legate a eventi e luoghi fisici, come i musei, le arti performative, la musica dal vivo, i festival, il cinema, etc.
Le politiche di sostegno
Le politiche di sostegno alle imprese e ai lavoratori, adottate durante la pandemia, spesso si sono rivelate inadeguate ai modelli imprenditoriali e occupazionali non tradizionali. Questo ha aggravato ancor di più questo settore, mettendolo quasi in ginocchio.
L’ambiente performativo
Tra i sotto-settori che sta cercando di sopravvivere c’è l’ambito performativo. Tra le voci più in vista del panorama culturale torinese c’è il musicista Johnny Lapio, presidente e fondatore di Arcote, storica realtà che dal 2009 ha fatto della cultura la sua mission.
Artisti e musicisti fantasmi
Chi vive sulla propria pelle questa situazione, perpetrata ormai da mesi, rimane basito dall’indifferenza generale. Johnny Lapio, infatti, afferma che: “È triste notare come, un Paese come il nostro, non si accorga quanto gli artisti e i musicisti siano colpiti dalla pandemia. Ci sono voluti diversi mesi affinché il Presidente del Consiglio citasse in maniera imbarazzante la categoria. Nonostante tutto sono convinto che gli artisti sapranno dimostrare, come al solito, di avere una marcia in più poiché, spesso, ce ne dimentichiamo gli artisti sono la memoria storica di un Paese.”