Dal prossimo 4 dicembre dovrebbe entrare in vigore il nuovo Dpcm contenente anche le regole da seguire in vista del Natale. Il Comitato Tecnico Scientifico sta analizzando tutte le ipotesi sul tavolo e cerca di definire i comportamenti corretti da seguire affinché si possano trascorrere le feste in serenità e salute.
Dpcm per Natale: le nuove ipotesi
Non sarà un liberti tutti come in estate, ma potrebbero arrivare da Natale alcuni allentamenti alle restrizioni attualmente in vigore.
Sono previste – secondo le prime indiscrezioni – soltanto zone arancioni e gialle. Eventualmente si potranno introdurre delle zone rosse mirate per Province o Comuni a rischio. Saranno comunque vietati i cenoni e le feste in compagnia. Il coprifuoco potrebbe slittare di qualche ora.
Per quanto riguarda i negozi, i ristoranti e i bar, invece, si pensa a una graduale riapertura con orari molto estesi per far defluire l’afflusso dei clienti che cercheranno regali di Natale. Poi, però, verso il 21 o 22 dicembre potrebbero arrivare nuove strette.
I Ministri della Salute e degli Affari Regionali – rispettivamente Roberto Speranza e Francesco Boccia – hanno convocato i Governatori delle Regioni per ridefinire quelli che sono i 21 parametri che definiscono in quale zona va collocata una Regione.
La mappa del Dpcm
L’attuale mappa che colora le diverse Regioni italiane di rosso, arancione e giallo si è modificata moltissimo dal 3 dicembre scorso.
Infatti, nella zona rossa si trovano ora Lombardia, Piemonte, Campania, Calabria, Toscana, Valle d’Aosta, provincia di Bolzano e Abruzzo.
Nella zona arancione, invece, troviamo Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Liguria, Sicilia, Basilicata, Umbria e Puglia (quest’ultima però rischia il passaggio alla zona rossa).
Infine, nella zona gialla sono rimaste Lazio, Molise, Sardegna, Veneto e provincia di Trento.
Ciascuna zona necessita di una permanenza di almeno 14 giorni: ciò significa, comunque, che entro il 10 dicembre tutte le Regioni dovrebbero uscire dalla zona più a rischio. Da quel momento, quindi, potrebbero essere introdotte zone rosse limitate a Comuni e Province più a rischio.